Pnr e patti SchengenViaggi, ora si cambia

Da un lato la stretta sulla sicurezza per arginare le minacce del terrorismo; dall’altra il processo di liberalizzazione per fare crescere l’industria del trasporto aereo dell’Ue.

Si sta per aprire un anno che potrebbe in qualche modo rivoluzionare tutto il settore nel Vecchio Continente, con importanti ripercussioni per i passeggeri. Tanto per cominciare, niente più corridoi dedicati ai cittadini dell’Unione europea negli aeroporti e nei porti dell’Ue. Dopo la riunione tra i ministri europei degli Interni e della Giustizia, svoltasi nelle settimane scorse a seguito degli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, è dunque stata decisa la revisione immediata dell’accordo Schengen, che prevedeva la libera circolazione delle persone all’interno dei confini dell’Ue.

Questo significa che i controlli dei documenti verranno effettuati su tutti i passeggeri, siano essi comunitari o extracomunitari, con conseguenti allungamenti dei tempi alle barriere, in particolare negli aeroporti e nei porti, oltre che alle dogane a terra.

Documenti alle frontiere
Come funzionerà la nuova Schengen, lo ha spiegato in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore il prefetto Mario Morcone, a capo del Dipartimento Libertà civili e Immigrazione al Ministero dell’Interno. “Nei porti e negli aeroporti sparirà di fatto il corridoio ‘cittadini Ue’ – specifica -: tutti saranno sottoposti a controlli di polizia. Le forze dell’ordine dovranno consultare le banche dati a disposizione e le file saranno inevitabili e in alcuni casi lunghe”.

A queste misure si affianca anche l'avvio del famoso Pnr, il Passengers name record, ipotesi che era stata avanzata dalla Francia già dopo gli attentati di gennaio a Charlie Hebdo: i dati dei passeggeri, compresi quelli relativi ai compagni di viaggio, allo stato di salute e ai metodi di pagamento, saranno archiviati e consultabili dalle forze di sicurezza per un anno. La procedura dovrebbe essere concretamente messa in atto entro la fine dell’anno, nonostante vi siano rimostranze verso tale procedimento, che potrebbe violare la privacy dei passeggeri.

Come funziona il Pnr
L’accordo, raggiunto per partire in tempo in vista del picco di traffico del periodo natalizio, consentirà ai Governi la raccolta sistematica, l’uso e la conservazione dei dati dei passeggeri sui voli in arrivo o in partenza da un Paese Ue. Resta invece aperta la questione sui voli interni all’Unione europea, tema sul quale non è mai stata raggiunta un’intesa.

Nel dettaglio saranno 19 i dati sensibili che potranno essere registrati: tra questi, il numero di telefono, i dati della carta di credito, il numero di posto sull’aereo, l’itinerario e i compagni del viaggio, e i dati relativi ai bagagli. Questi rimarranno in chiaro per 6 mesi e criptati per altri quattro anni e mezzo.

Tutti i dati verranno inviati dalle compagnie aeree alla Passenger Information Unit e nessun organismo potrà accedere ai database dei vettori. I dati raccolti dal Pnr verranno stoccati all’Aia, in un server dedicato, il Counter Terrorism Center, secondo quanto riporta La Repubblica.

Nell’intesa tra i ministri è stato anche stabilito di non procedere con la sospensione di Schengen e di mantenere lo stato di emergenza con il rafforzamento dei controlli alle frontiere per il periodo già stabilito di sei mesi.

Tra ticket nominativi e metal detector
Accanto al registro per i passeggeri dei voli da condividere a livello europeo, potrebbero poi prendere corpo le ipotesi relative ai biglietti nominativi per i treni e ai metal detector nelle stazioni.

All’ipotesi Pnr alcuni mesi fa si era affiancata l’ipotesi dei ticket nominativi per i passeggeri dei treni, una proposta emersa nel corso del summit europeo dei ministri dei Trasporti, a seguito dello sventato attentato sul Thalys da Parigi ad Amsterdam.

Inoltre, dal 2016 i varchi di sicurezza potrebbero sbarcare anche nelle stazioni ferroviarie, con la Ville Lumière come primo bacino test per Sncf.

Libero mercato e sicurezza
Sul fronte liberalizzazioni, l’Ue sta poi lavorando a un pacchetto di misure (con investimenti da quasi mezzo miliardo all’anno fino al 2020) che hanno l’obiettivo di fare crescere l’industria del trasporto aereo. Tra i progetti in discussione anche l’avvio di un dialogo con le singole realtà, in particolare Paesi del Golfo, Asia (con la Cina su tutte): obiettivo trovare intese e aprire agli investimenti esteri nelle compagnie europee, andando oltre il vincolo del 49 per cento come tetto massimo delle quote.

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