Dopo l’incidente di Ethiopian Airlines i piloti italiani chiedono controlli

Intervenire “mettendo a terra le macchine e facendo i controlli necessari”: è questa la richiesta dell’Associazione nazionale piloti all’Enac in relazione all’uso in Italia dei Boeing 737 Max 8, il modello coinvolto nell’incidente di domenica di Ethiopian Airlines. Una richiesta esplicita, che fa riferimento anche alla decisione dell’Essa, l’agenzia europea per la sicurezza aerea, di dare il via libera alle operazioni con l’aeromobile. Diversa la scelta di altri Paesi, come Cina, Etiopia e Indonesia, che per il momento hanno invece deciso di fermare i voli con il B737 Max 8. Ma i piloti italiani, come riporta corriere.it, hanno chiesto comunque di effettuare una serie di verifiche.

La posizione di Enac
L’Enac, per contro, nel pomeriggio di ieri ha voluto precisare che i 3 aeromobili di questo tipo in uso nella flotta italiana operano “in piena osservanza delle prescrizioni operative”, come riporta ansa.it. Le prescrizioni di cui parla l’Ente nazionale per l’aviazione civile sono quelle emesse dalla stessa Boeing (e approvate dalla Federal Aviation Administration) dopo l’incidente in Indonesia dell’ottobre di due anni fa.

“Le prescrizioni - afferma ancora l’Enac - riguardano sia la formazione dei piloti sia l’aggiornamento dei manuali di volo”. L’ente ha anche precisato di essere in contatto con la stessa Easa per eventuali provvedimenti a livello europeo.

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