Marriott sfida Airbnb: “Così faremo homesharing di alta gamma”

Marriott è pronto per la svolta homesharing. Il colosso alberghiero statunitense è deciso a dare del filo da torcere ad Airbnb e HomeAway. Dopo la sperimentazione durata sei mesi del progetto pilota Tribute Portfolio Homes, lanciato a Londra con la piattaforma Hostmaker, il ceo del gruppo Arne Sorenson (nella foto) ha confermato a skift.com le intenzioni di voler investire con convinzione sul business dell'homesharing, portandolo però su un altro livello.

“Abbiamo capito che possiamo gestire questa attività in modo conforme alla legge”, ha spiegato il numero uno della società Usa. L’intenzione dichiarata è quella di concentrarsi “sulla fascia alta del mercato”, perché “è un ambiente dove la forza del brand può fare la differenza”, offrendo sistemazioni up level unite alla qualità del servizio alberghiero upscale targata Marriott.

Una scelta pesata
Una scelta ben ponderata dal gruppo alberghiero, attento a non snaturare la sua identità. “Uno dei motivi per cui non siamo entrati subito nel segmento homesharing è sostanzialmente che non pensavamo fosse un business per noi”.

Ora Marriott sembra però avere trovato la chiave di volta per proporre un modello home sharing sostenibile e di alto livello. Modello che in un primo momento continuerà ad essere testato con la clientela fidelizzata del programma Rewards. Un primo passo che, secondo il manager, potrà rivelarsi strategico per avvicinare all’offerta di affitti brevi il segmento business, solitamente più vicino all’hotellerie classica.

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