Trascorre parecchio tempo a Milano, ormai, Marloes Knippenberg, ceo di Kerten Hospitality, società di gestione in ambito ospitalità con oltre 57 progetti in 13 Paesi. “L’Italia è per noi un mercato chiave”, conferma, felice di annunciare l’apertura della loro seconda struttura il prossimo 20 dicembre: Colere 1600 by Cloud 7 Hotels, 28 camere nel Parco delle Orobie bergamasche, in una proprietà completamente ristrutturata. Giusto in tempo per godere della vetrina internazionale sulle montagne italiane in arrivo con Milano Cortina.
Già attiva nella capitale con il Cloud 7 Hotel Roma, Kerten ha scelto lo stesso brand tra i 12 nel portfolio per il secondo progetto, ovvero quello più legato ai concetti di lifestyle e socialità. “Un rifugio ristrutturato e portato nella contemporaneità, con un ristorante ad attrarre chi scende dalle piste e una piscina rivolta sulle montagne. Soprattutto, una destinazione facile da raggiungere da Milano”, descrive Knippenberg, fiduciosa che sarà un progetto di successo come il primo. “A Roma abbiamo raggiunto in anticipo il budget che ci eravamo prefissati. È stata premiata la strategia di creare un brand di ottima fascia media, più adatto all’asset di partenza e con potenzialità maggiori in una città sempre più forte sull’offerta luxury”.
I proprietari delle strutture che decidono di collaborare con Kerten Hospitality, prosegue Knippenberg, sono diversi tra loro, ma tutti apprezzano “la nostra flessibilità e la capacità di coinvolgerli su ogni step del progetto, perché alla fine conoscono il mercato di riferimento e le potenzialità della struttura meglio di tutti noi”.
Partiti con il Middle East dieci anni fa (“era un mercato più aperto e pronto alle innovazioni nell’alberghiero”), oggi Kerten Hospitality ha messo un radar sul Mediterraneo, non nasconde Knippenberg: “Abbiamo in programma aperture in Francia, Spagna, Grecia, Marocco, e continuiamo a interessarci all’Italia come destinazione prioritaria, tanto che spero di annunciare presto un terzo progetto. Qui lavoriamo bene sia con business di proprietà famigliare che con grandi investitori istituzionale. La nostra filosofia e il nostro modo di lavorare si adattano piuttosto bene al mercato italiano. L’Italia ha la narrazione, ha l’arte, ha la cultura, ha il cibo, ha le persone, ha tutti quegli elementi che si sposano perfettamente con il nostro modo di intendere il lifestyle. Osserviamo da tempo l’interesse di molti marchi non legati all’hospitality, dalla moda all’automotive, verso il concetto di ‘branded residences’ o strutture a uso misto, su cui noi operiamo da tempo. Direi che siamo nel posto giusto al momento giusto”.