La guerra dei numerinell’Italia che soffre

Nell’anno più orribile per il comparto del turismo nazionale e internazionale, in Italia si sta combattendo una guerra dei numeri che, a dire il vero, lascia senza parole.

Da un lato i media generalisti gridano al ‘miracolo italiano’ del sold out d’agosto per mare e montagna, dall’altro gli stessi media mostrano immagini di città d’arte deserte come non mai.

E sottotraccia parte il battibecco fra Enit e associazioni di categoria del turismo, che accusano l’Agenzia di fornire dati che ingenerano una visione un po’ troppo ottimistica della situazione, con una visione che ricorda amaramente i poveri capponi di Renzo.

Città d’arte in forte crisi
L’aspetto più eclatante dell’anno del Covid, che resterà nella memoria collettiva, sono le città d’arte drammaticamente vuote. Sostenute in estate dal turismo internazionale, scontano la mancanza di arrivi e, secondo i dati Confesercenti su elaborazioni condotte sulla base delle previsioni di Tourism economics, si apprestano a perdere nel 2020 quasi 34 milioni di presenze, con una perdita di 7 miliardi di euro circa di spese turistiche complessive.

Balneare e montagna
Va meglio per quanto riguarda il mare e parzialmente la montagna, in un anno governato dal turismo domestico: al netto delle strutture rimaste chiuse anche nei luoghi di grande e tradizionale villeggiatura, che rappresentano comunque un 15% dell’offerta, chi è aperto si prepara senza particolari trionfalismi al picco ferragostano, che riempirà gli hotel ma poco i portafogli.

La polemica
Su questa dinamica si è innestata una polemica fra Enit, Federalberghi e Federturismo. L’Agenzia di promozione turistica ha infatti emesso un bollettino nel quale, oltre ai dati fortemente negativi del turismo internazionale, sottolineava come le prenotazioni online delle settimana di Ferragosto fossero, invece, positive.

Durissima la risposta di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi: “I dati dell'Enit dell'altro giorno sono un film... Va bene dare segnali di ottimismo ma fino a un certo punto. Gli operatori del turismo del resto d'Italia stanno vedendo un film molto diverso, non bisogna travisare la realtà, non fa bene al settore" dice.

Sulla stessa linea Federturismo: “Se qualcuno pensa - dice la presidente Marina Lalli - che le immagini di 4 spiagge affollate o i pochi alberghi pieni (quelli che erano nelle condizioni di riaprire) siano la prova che l’industria del turismo è fuori pericolo si sbaglia enormemente”.

L’Enit replica a stretto giro: “Non comprendiamo la polemica e le reazioni innescate da alcune associazioni di categoria sui dati emersi dall'ultimo bollettino” dice l’Agenzia.

Incomprensioni che non fanno bene. A nessuno.

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