Il nuovo sistema di ingresso e uscita dall’Unione europea è finalmente una realtà. Lanciato ufficialmente ieri dopo anni di pianificazione e molteplici ritardi, l’Entry/Exit System (EES) è attivo in tutta l’area Schengen, che comprende 29 Paesi, con l’obiettivo di monitorare meglio chi entra e chi esce e per quanto tempo si trattiene all’interno dell’Ue, raccogliendo dati biometrici come impronte digitali e scansioni facciali dei viaggiatori che non sono cittadini dell’Unione europea.
Ogni volta che un viaggiatore entra o esce dall’area Schengen (che comprende tutti i paesi dell’Ue ad eccezione di Irlanda e Cipro, nonché Svizzera, Islanda e Norvegia), vengono raccolte le sue impronte digitali e una foto del suo volto, insieme alle informazioni di base sul passaporto e ai dettagli di viaggio. Il sistema consente di migliorare la sicurezza identificando i criminali e prevenendo gli attraversamenti illegali delle frontiere, e di monitorare la durata del soggiorno dei viaggiatori, per evitare che superino la durata massima.
Allo stato attuale, infatti, i visitatori provenienti da Paesi extra-Ue possono trascorrere nell’area Schengen solo 90 giorni nell’arco di un periodo di 180 giorni totali. I valichi di frontiera in tutto il blocco sono già dotati di file di chioschi self-service dove i viaggiatori possono completare la registrazione. La prima volta che si viaggia in Europa sarà dunque necessario creare il proprio EES tramite il rilevamento delle impronte digitali e della foto, e la scansione dei dati del passaporto in un chiosco self-service o uno sportello immigrazione. I bambini di età inferiore ai 12 anni non dovranno fornire le impronte digitali, ma continueranno a registrare la loro foto e i dati del passaporto.
L’EES sarà pienamente operativo entro aprile 2026; nel frattempo molti continueranno a ricevere timbri sui passaporti durante il periodo di transizione, timbri che saranno gradualmente eliminati.