Primavera, tripudio di educational. Solo in questi giorni, come sottolinea L’Agente in Laguna, un migliaio di agenti partecipano agli eductour di Settemari, Veratour, Villaggi Bravo, Eden Viaggi. Investimento importante per i t.o., che contano di ricavarne soprattutto vendite per le strutture che rappresentano in Grecia, alle Baleari, alle Canarie. Perché il concetto è sempre lo stesso: “se lo vedi, lo vendi (di più)”.
E invece no. Sono ormai obsoleti gli educational “tradizionali”, quelli dove agenti selezionati prendevano diligenti appunti sui 15 hotel visitati. E nell’era di YouTube e Instagram, un resort lo si vede meglio in HD sul monitor in agenzia, che di persona a 40 gradi di temperature e 98 per cento di umidità.
E poi c’è TripAdvisor. La scenetta è nota: la coppia entra in agenzia, si siede al banco, l’agente apre orgogliosamente il catalogo del t.o. di fiducia e illustra con cognizione di causa (caspita, c’è stato la settimana prima..) il villaggio 4 stelle di Minorca. Lui ascolta, lei smanetta sullo smartphone e poi, con sussiego, dice: “Ma deve mandarci proprio lì? Ha solo 3 pallini nel ranking TripAdvisor e l’ultima recensione dice ‘carino, ma niente di speciale...’. Non è meglio questo qui che di pallini ne ha 5?!”.
Ho fatto un test. Ho scelto tre hotel alle Baleari dal catalogo New Travelers (che ha casa a Barcellona e in Italia sono rappresentati da Davide Prella, uomo di prodotto), quindi presumo siano stati scelti con cognizione di causa. Su TripAdvisor l’Hotel Bossa Park di Ibiza ha 3 pallini su 5; il Blu Bay a Maiorca 3 e mezzo; l’Insotel di Formentera è il top, di pallini ne ha 5. Scommettiamo quale di questi tre - a parità di prezzo - avrà maggiore successo?
Certo, un agente sveglio mi rivela con soddisfazione: “Io, quando mando un’offerta a un cliente, aggiungo il ranking dell’hotel su TripAdvisor, così evito discussioni”. “Bravo” replico io. “Così l’hotel al tuo cliente non lo consiglia un professionista, ma un algoritmo”.