Celani, Italianway: “Ecco cosa manca all’Italia luxury”

“Il vero problema italiano? Le infrastrutture”. Marco Celani, a.d. di Italianway, non ha dubbi su cosa manchi ancora all’Italia per attirare i nuovi flussi di big spender che sognano un viaggio nel Belpaese. “Le infrastrutture sono poche, spesso malandate e care - sottolinea - e prenotare in Puglia, Sicilia o Sardegna, anche con anticipo, può essere proibitivo a causa dei costi dei trasporti”. Poi fa l’esempio della Sicilia, bloccata lo scorso anno per settimane a causa dei problemi all’aeroporto di Catania, mentre la Sardegna “ha subito un danno enorme dalle alte tariffe dei traghetti, abbassate solo a ridosso di agosto”.

Priorità allo sviluppo delle infrastrutture

“Senza una politica di sviluppo delle infrastrutture - insiste -, differenziando i fornitori e implementando un libero mercato sulle tratte, gli imprenditori dell’hospitality saranno sempre soggetti a potenziali impatti non dovuti a loro carenze”.

Nonostante tutte le criticità del sistema Paese, però, l’attrattività dell’Italia rimane forte anche per bacini nuovi per il nostro incoming: “I protagonisti del segmento delle case vacanza di lusso del 2024 - anticipa Celani - saranno certamente gli americani, cui però si affiancheranno i viaggiatori cinesi, emiratini e sudafricani. Altre componenti destinate ad aumentare in modo rilevante sono quella australiana e la canadese, sulla scia di quanto già avvenuto nel 2023”.

Un anno, lo scorso, che ha registrato un incremento di viaggiatori francesi, profondi conoscitori di tutto il Paese: “Sono saliti al 5,1%, mentre al contrario sono diminuiti i tedeschi, tradizionalmente prima nazionalità in molte località italiane, passati dall’11% del 2022 al 5% circa del 2023. Stabile, invece, il volume di prenotazioni di inglesi e spagnoli, entrambi al 4%, e degli svizzeri intorno al 3%”.

Cosa vogliono gli americani

Se gli europei prenotano sotto data sfruttando ponti, vacanze programmate e i momenti di bel tempo, la finestra di prenotazione per chi arriva da lontano è molto lunga, anche di otto mesi: “Americani e australiani - spiega Celani - sono abituati a viaggiare in famiglia, con gruppi numerosi per singola prenotazione e durate medie di soggiorno importanti, con tre o quattro tappe di destinazioni diverse in sequenza”. Molto esigenti in fatto di servizi, cercano trilocali e quadrilocali con wi-fi superveloce e sistemi di condizionamento e riscaldamento autonomi e sono sensibili al tema della scoperta del territorio e delle tradizioni locali: “Prenotano, prima dell’arrivo, pacchetti turistici completi ed esperienze, tour guidati e partecipazioni a eventi culturali e festival locali”.

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