• 29/11/2021 16:52

Intervista con il direttore-CividinLa resistenza in agenzia di viaggi

Serena Cividin da Trieste. Animo battagliero e profonda conoscitrice di questa industria che prova a resistere, a volte contro tutto e contro tutti.
Il giorno dopo i titoli dei principali media con la variante Omicron proviamo a sentire che aria tira in questa grande agenzia di viaggi del Nordest.

Cividin, è stata dura andare in ufficio oggi dopo l’ennesima campagna di paura?
Credo si tratti di isteria nel vero senso della parola. Ormai si legge di tutto senza attendere neppure il parere degli esperti. E la gente si terrorizza.

Strategie e progetti sono da cambiare ogni mese?
Lo sa che ho dimenticato 40 anni di lavoro, di strategie e di business plan. Vivo alla giornata con la mia squadra.

Voi siete un baluardo per l’intero Nordest. Cosa si riesce a vendere in agenzia e come?
A pieno regime siamo dodici persone. Oggi lavoriamo a rotazione e non facciamo più le classiche 8 ore di apertura.  Sono cambiate molte cose in questi 18 mesi, anche il rapporto con la clientela. Ma si continua a vendere con tempi e modi diversi rispetto a poco fa.

Spieghi meglio cosa intende?
Intendo dire che si lavora quasi sempre su appuntamento e tantissimo attraverso tutti i sistemi di comunicazione. Il lavoro importante lo facciamo dopo in backoffice per il progetto di viaggio.  La vecchia agenzia non esiste più, dimentichiamo pacchetti e cataloghi. La pandemia ha sviluppato rapporti diversi.

Dall’estate all’autunno 2021 cosa è cambiato e su quale meta si riesce ancora a generare ricavi interessanti?
La primavera-estate è vissuta sul mercato interno, lo sanno tutti. Noi abbiamo lavorato con una clientela di fascia medio-alta. Adesso si sono venduti bene Maldive e Dubai. Il Mar Rosso, almeno da noi, non ha trovato riscontri interessanti.

Chi per mesi ha raccontato della ripresa dell’industria turistica deve aver sbagliato qualche conto?
Credo sia stato irrispettoso per il nostro comparto leggere e ascoltare dichiarazioni sulla piena ripresa del turismo. Ma dove vivono. Il turismo organizzato ha sofferto e soffre, punto. È arrivata la cassa integrazione e la parte di sostegni, ma il nostro ruolo non è mai stato riconosciuto dal Governo.

Quindi si arrende?
Non ci penso neppure, anzi. Studiamo e valutiamo nuove formule e cerchiamo di seguire le tendenze della domanda. Il mercato turistico è l’unico senza fine perché la materia prima non mancherà mai. E resta il mestiere più bello.  

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