• 02/10/2025 10:42

Intelligenza artificiale tra fisco e turismo: opportunità, rischi e nuove frontiere

L’intelligenza artificiale è tema ormai ampiamente dibattuto e approfondito da sempre più frequenti studi (prontamente analizzati qui, qui e in diversi altri articoli recuperabili sulla nostra testata), e ciò che sembra emergere è la doppia faccia: da un lato strumento formidabile di efficienza e innovazione, dall’altro fonte di rischi e interrogativi legati a costi, responsabilità e tutela degli utenti.

L’AI nel fisco: controlli predittivi e allerta di Bankitalia

La Banca d’Italia, in audizione alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria, ha richiamato l’attenzione sull’impatto dell’AI nei sistemi di contrasto all’evasione. Negli ultimi anni l’amministrazione finanziaria ha già registrato risultati concreti: grazie a strumenti come la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi, il tax gap fiscale e contributivo è sceso a 82 miliardi, con una riduzione del 6% fra 2017 e 2021.

Oggi, con l’AI, lo scenario si amplia: analisi predittiva dei comportamenti, valutazione in tempo reale del rischio di evasione, possibilità di un “accertamento continuo” basato sull’incrocio di banche dati fiscali e contabili. La recente riforma fiscale (Dlgs 13/2024) ha consolidato questa direzione, affidando a una task force congiunta tra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza lo sviluppo di modelli di AI per finalità predittive.

Ma Bankitalia avverte: le potenzialità vanno bilanciate con una serie di rischi. Quattro, in particolare, sono i punti critici. Primo, le cosiddette “allucinazioni”, ovvero errori o interpretazioni errate generate da algoritmi imperfetti, che possono minare il principio del legittimo affidamento dei contribuenti e alimentare il contenzioso. Secondo, la rigidità interpretativa: i sistemi basati su AI tendono a replicare modelli pregressi, irrigidendo l’evoluzione del diritto. Terzo, i costi elevati di hardware e software, che spingono al ricorso a provider esterni con implicazioni su responsabilità e tutela dei dati. Infine, il rischio di uno spostamento della decisione finale verso macchine che non possono sostituire la discrezionalità e l’equità del giudizio umano.

La soluzione, sottolinea Bankitalia, è chiara: l’AI deve essere un supporto, mai un sostituto del processo decisionale umano.

L’AI nel turismo: personalizzazione e risparmio di tempo

Se nel fisco l’AI solleva timori e cautele, nel settore dei viaggi è vissuta soprattutto come un alleato dei consumatori. Secondo uno studio di eDreams Odigeo, un viaggiatore su quattro si affida all’intelligenza artificiale per pianificare vacanze e trovare soluzioni personalizzate. Non solo i giovani: il 58% degli italiani sopra i 55 anni ha utilizzato strumenti basati su AI nell’ultimo anno, una percentuale che in Europa è seconda solo a Germania e Spagna.

Le applicazioni sono molteplici: dal suggerimento di destinazioni poco conosciute (scelta del 33% degli italiani) alla ricerca di voli a prezzi contenuti (49%), fino all’elaborazione di itinerari su misura.

Il Ceo Dana Dunne sottolinea come oggi l’AI rappresenti l’ossatura di tutta l’organizzazione: un supporto che accompagna i viaggiatori lungo l’intero percorso, offrendo un’esperienza più fluida e personalizzata. L’investimento in infrastrutture affidabili e capacità di calcolo in tempo reale diventa quindi condizione imprescindibile per la competitività delle aziende del comparto.

Due volti della stessa rivoluzione

Il confronto tra i due settori mette in luce un punto comune: l’AI è una tecnologia predittiva e personalizzante, capace di analizzare enormi moli di dati e restituire risultati immediati. Nel fisco, questa capacità si traduce in un controllo continuo per ridurre l’evasione; nel turismo, in un servizio rapido e su misura per i consumatori.

Ma divergono gli impatti: mentre i viaggiatori percepiscono l’AI come semplificazione e valore aggiunto, per i contribuenti può diventare fonte di ansia e conflitto se non governata correttamente. L’ago della bilancia resta dunque la governance: regole chiare, infrastrutture solide e supervisione umana.

L’AI non è un fine, ma uno strumento. Nel fisco, deve garantire equità e fiducia; nel turismo, deve offrire esperienze personalizzate e accessibili. In entrambi i casi, il futuro dipenderà dalla capacità delle istituzioni e delle imprese di bilanciare innovazione e responsabilità, affinché il progresso tecnologico non diventi un boomerang, ma un volano di crescita e fiducia.

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.euwww.travelfocus.it

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