Enrica Montanucci suona la carica anche sui social network. Il rapporto fra agenti di viaggi e tour operator va ricostruito su basi differenti, perché il mondo della distribuzione è in difficoltà. “Continuano ad arrivarmi segnalazioni di estratti conto sempre più imbarazzanti - ha scritto sul proprio profilo Facebook la presidente di Maavi - con provvigioni che dal 16 passano di fatto al 7% scarso, tra quote non commissionabili (e non si capisce il perché, onestamente), tasse, imposte, blocca prezzi o che altra diavoleria non so. E le bellissime, quanto ridicole quote di iscrizione, che a fronte di 80-90 euro a persona ti danno in cambio il nulla totale”.
Critiche schiette, ma a partire dalle quali un dialogo costruttivo fra categorie del travel è ancora possibile. Per riaprilo, occorre però che il fronte degli agenti di viaggi si unisca contro modalità di gestione commerciale che li penalizzano. Gli operatori che vanno diretti sul cliente dimostrano infatti di far cassa sulla “fedeltà commerciale” dell’agente di viaggi.
“Non stiamo cercando polemiche, né scontri - ha ribadito Montanucci in un post successivo - ma un sano dialogo che ci veda lavorare insieme come filiera, con tutele l’uno verso l’altro contro il progredire di una tecnologia che dobbiamo imparare a gestire insieme. Con reciproco vantaggio”. In altre parole: mai lavorare a meno del 10% vero di commissione, tutelando inoltre maggiormente la privacy legata al tracciamento commerciale delle agenzie di viaggi.