Stop ai privilegi del webCancellata la parity rate

Dopo i ricorsi, dopo le campagne di comunicazione, dopo l’Antitrust, ci ha pensato il Parlamento a mettere un tassello verso la fine della parity rate che da tempo contrappone albergatori e portali di prenotazione alberghiera.

Booking, Expedia e gli altri, infatti, secondo l’emendamento al disegno di legge sulla concorrenza approvato ieri alla Camera, non potranno più applicare le clausole che vincolano gli alberghi a non offrire le proprie strutture a prezzi e condizioni migliori rispetto a quelle pubblicate sui portali di prenotazione delle agenzie di viaggio online. L’emendamento introduce una regola valida per tutti gli operatori sul mercato, in modo analogo a quanto avvenuto in Francia con la così detta legge Macron approvata dall’Assemblea Nazionale lo scorso 10 luglio.

“Ora che Francia e Italia hanno scelto la strada del divieto della clausola del parity rate – ha commentato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo Dario Franceschini - anche i colossi globali dell'offerta alberghiera online  non potranno che tenere conto della scelta di due Paesi che insieme rappresentano il più grande mercato mondiale del turismo. Grazie al Parlamento per questa scelta unanime coraggiosa che il settore alberghiero italiano attendeva da tempo".

Il lavoro di lobby condotto dagli albergatori è stato particolarmente incisivo, visto che il voto della Camera è stato particolarmente forte: 434 i voti favorevoli e solo 4 i contrari.

" È una decisione che dà ragione al mercato e al buon senso e si completa il percorso iniziato dall'Antitrust ma timidamente lasciato metà". È estremamente soddisfatto Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, del voto della Camera. "L'Italia - dice Nucara - viene messa in condizioni di vedersela ad armi pari con il suo principale concorrente, la Francia, già da agosto con la legge Macron aveva previsto un analogo provvedimento. Se non ci fosse stata questa decisione avremmo continuato a patire lo squilibrio tra i grandi portali e i piccoli alberghi. Certo ora deve tutto passare al Senato - continua - e ci saranno i dovuti tempi tecnici, ma è un segnale politico che non può che lasciarci molto soddisfatti, è un segnale di attenzione grande per il nostro settore fatto per la maggior parte di piccole e medie imprese".

Secondo il direttore la decisione non porterà particolari stravolgimenti:  “Non ci aspettiamo uno stravolgimento, ma solo più libertà ed efficienza. È un atto - conclude - che spinge tutti a lavorare meglio e ad esser più efficienti". Ora la palla passa ai portali di prenotazione, che già nei giorni scorsi, prima dell’approvazione, hanno iniziato a far pesare sul piatto della bilancia le loro ragioni.

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