Concordato preventivo: le adv non paghino per i fallimenti dei t.o.

Il termine 'concordato preventivo', purtroppo, è diventato familiare per molte agenzie di viaggi. Le vicende degli ultimi anni, che hanno messo a dura prova il mercato del tour operating, hanno visto infatti una serie di 'uscite di scena' come non era mai capitato nella storia del turismo.

Ora, proprio il mondo delle aziende chiede di modificare il meccanismo del concordato preventivo. Secondo Il Sole 24 Ore, l'accusa delle imprese è chiara: l'attuale sistema consentirebbe a una società di chiudere tutte le pendenze (ricorrendo proprio al concordato) con un esborso pari all'8-10 per cento dei debiti effettivi. Per poi tornare sul mercato in forma di newco. A tutto danno delle imprese creditrici.

La questione, ovviamente, non riguarda solo il mondo del turismo. Ma il segmento travel, negli ultimi tempi, ha dovuto fare i conti con una serie di default che, oltre ad aver intaccato la fiducia del consumatore, hanno avuto i loro effetti anche sui conti delle agenzie di viaggi.

L'attuale sistema, afferma il quotidiano finanziario, mette infatti a rischio la liquidità di chi vanta crediti nei confronti delle imprese in concordato. Ovvero, il costo delle operazioni di soccorso per un fornitore può ricadere sui dettaglianti. Che, oltre a questo, devono fare i conti anche con la stretta creditizia delle banche.

Riformare il concordato preventivo per salvare le pmi, dunque, potrebbe essere una via d'uscita. Ora, la parola passa alle autorità competenti.

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