Ivano Fossati e la libertà di avere una meta

Oggi esce il suo ultimo disco da ideatore e produttore, intitolato 'Giorgio Gaber - Le Donne di Ora' in ricordo di Giorgio Gaber, del quale quest’anno ricorrono quindici anni dalla scomparsa. Ivano Fossati, che nel 2014 diceva di lasciare la musica per rischiare con un'altra delle sue passioni, la letteratura, ci ha raccontato del suo viaggio tra note e poesia.

Quanto hanno influito i suoi tanti viaggi nel mondo sulla creazione delle sue canzoni?  
Tantissimo, e i miei viaggi continuano anche oggi ad influire molto. Tutto quello che ho visto, ho vissuto e tutte le persone che ho incontrato, mi hanno lasciato qualcosa. Sono stati tutti piccoli tasselli di cuore che si sono andati a sedimentare nei testi delle mie canzoni.

Secondo lei, quanto importante è il viaggio nella vita di un uomo?
Credo sia fondamentale nella vita di un cantautore. Sono fermamente convinto che per scrivere cose belle e sensate, occorra aver viaggiato vivendo cose belle e sensate. Se avessi vissuto una vita più sedentaria, se avessi viaggiato meno, sicuramente non avrei scritto neanche una parola. Non abbiamo altra scelta, secondo me, se non quella di viaggiare e conoscere il mondo. Gli altri sono la nostra realtà.

Il viaggio infatti ricorre spesso nelle sue canzoni, così come ricorre spesso l'idea del volo...
Credo vadano a braccetto. Non si può viaggiare, ne tanto meno volare, senza aver una destinazione ben precisa in mente. Questa estrema libertà che noi associamo al volo o al viaggio, al partire e andare, probabilmente come punto massimo raggiungibile di un senso di libertà, in realtà ha bisogno di coordinate ben precise. C'è chi viaggia e non si ferma mai, e poi c'è chi nel suo viaggio punta in una direzione perché ha un progetto, una destinazione.  C. C.

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