AccorHotels: "Così sfidiamo Airbnb e i big del web"

Quell'atmosfera unica che unisce viaggiatori provenienti da tutto il mondo, trasforma le hall da luoghi spersonalizzati a spazi accoglienti, inserisce ristoranti con specialità gastronomiche territoriali e valorizza la professione del concierge: in pratica, tutto quel che un hotel può offrire ai suoi clienti e Airbnb no.

Si vince così, puntando sul terreno della personalizzazione dei servizi, la sfida con il colosso degli affitti brevi. La ricetta è di Renzio Iorio, a.d. di AccorHotel Italia: il manager, intervenuto al convegno Hotels&Chains in Italy 2018, ha toccato un nervo scoperto per il comparto dell'hôtellerie. "Resto fortemente preoccupato per l'impatto che il servizio della locazione breve ha sulle città: rischia di depauperare dei quartieri trasformandoli in dormitori".

Diventare significativi
Motivo per cui AccorHotel sta correndo ai ripari: "Personalizzare il servizio aumenta il fatturato, perché trattiene i clienti in hotel: noi abbiamo comprato un'azienda che gestisce locali notturni per migliorare l'esperienza. L'obiettivo è diventare significativi per i clienti".

Una posizione che era già emersa durante l'Albergatore Day, l'evento dedicato all'ospitalità organizzato a Roma da Federalberghi. Durante la manifestazione, infatti, erano state esaminate due case history di successo di alberghi che hanno puntato sui servizi per battere i grandi portali, puntando sul food o inventando corner dedicati al gin. Il risultato? Sfida vinta.

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