Network alla prova: "Il sistema che rischia meno"

"Al momento non vedo rischi di fallimento all'orizzonte nel mondo dei network".

Franco Gattinoni, presidente di Ainet, lancia un messaggio chiaro al mercato. In un periodo ricco di chiaroscuri per l'intera filiera turistica, "i network di affiliazione sono quelli che rischiano meno rispetto ai soggetti che hanno scelto la proprietà - continua il manager -, ma oggi l'importante è investire sulla tecnologia da un lato e il brand dall'altro".

La formula del franchising non sembra comunque essere messa in discussione, anche se, concordano i network, il momento registra uno stallo per tutto il settore.

"Le difficoltà di questo periodo riguardano anche la stretta creditizia imposta dalle banche" dice Ivano Zilio, presidente di Holding Vacanze. "Non parlerei di problema del franchising, che continua ad avere il suo peso - è l'opinione di Simone Frigerio, direttore commerciale di Frigerio Viaggi -, semmai è una crisi strutturale di mercato".

Secondo Luca Battifora, direttore generale di G40 Travel Group, "bisogna trovare sistemi di efficienza validi per tutti, perché finchè il mercato era in crescita si potevano nascondere le fragilità, ma ora i nodi vengono al pettine".

"Il problema di oggi - dice Andrea Moscardini, direttore commerciale di Welcome Travel - è che si intercettano pochi clienti, quindi dobbiamo sfruttare al massimo tutte le opportunità".

Far rientrare clienti nel sistema turistico generale, "sapendo che se un network non offre valore aggiunto rischia di mettere in crisi il modello" è la formula indicata da Massimo Caravita, vicepresidente di Marsupio. Ma, suggerisce Ezio Birondi, amministratore delegato di Lastminute Tour, "dobbiamo parlare meno di settore e più di mercato, con il quale serve un approccio più severo".

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