Il treno e la Madonna della Lettera

Per milioni di siciliani una delle immagini più care è la statua dorata della Madonna della Lettera, posta su una colonna di 35 metri, vista dal traghetto che da Villa San Giovanni porta a Messina.

Immaginatevi in una splendida giornata d’estate, col cielo terso, il mare blu cobalto, il vento tra i capelli, sul ponte di uno di questi traghetti con il treno sul quale avete viaggiato per ore, nella sua pancia di ferro, mentre cominciate già ad avvertire l’odore di casa. Qualcuno mangia i famosi arancini, qualcun altro osserva le due sponde di quello stretto così vicine eppure così lontane, altri fotografano, ma tutti sono sorridenti, felici. Per decenni, i treni si muovevano da Nord a Sud e viceversa affrontando questo tratto di mare, e tutti noi siciliani almeno una volta nella vita lo abbiamo percorso, con la gioia o la speranza nel viaggio all’andata, e la voglia di tornare a casa al ritorno.

Gli ignari viaggiatori non sapevano, però, che quella così gioiosa traversata costava a Trenitalia, gruppo Ferrovie dello Stato, fior di quattrini, che la stessa pagava ad un’altra compagnia dello stesso gruppo, la Rfi. Altrettanto pochi sapevano che essendo così costosi, questi passaggi ferroviari, venivano ogni anno mantenuti in vita dai contributi dello Stato. Sì, perché per garantire la mobilità sul territorio nazionale, lo Stato si faceva carico di queste perdite e quando ha cessato di farlo, Trenitalia ha, giustamente, cancellato i treni a lunga percorrenza, perché perennemente in rosso.

Non si può rimproverare un’azienda, che ha un vincolo di bilancio, per essersi tolta di dosso una fonte di passività; nel contempo ci si chiede quale significato abbia il contratto di servizio sottoscritto tra la stessa e lo Stato. Ero stato invitato alla presentazione dell’Alta Velocità, qualche anno fa. In presenza del Dott. Moretti, mi è stato chiesto, da qualche dirigente di mia conoscenza, di “fare domande amiche e intelligenti”, e io ho risposto allo stesso “amico” che, visto che questi treni non sarebbero mai arrivati in Sicilia, avrei chiesto alla sua azienda di provvedere almeno ai feederaggi.

Seguo la presentazione. I treni, bellissimi, velocissimi, iper tecnologici, arrivano al massimo a Napoli o a Villa San Giovanni, e dopo avere sentito una filastrocca di domande amiche sulle tendine delle cuccette, le sleeperette, il pulsantino del bagno, mi permetto di suggerire al Presidente di Trenitalia di far modificare a chi fa la programmazione degli orari alcune frequenze di treni locali per garantire le coincidenze. Tuoni, fulmini e saette: ho toccato un tasto che non andava toccato, il megapresidente è diventato rosso in volto e mi ha risposto che lui non può garantire la continuità territoriale.

Ma mica la chiedevo a lui, gli chiedevo semplicemente che si facesse parte attiva presso la Regione Sicilia, perché i treni locali  venissero in qualche maniera resi più adatti alle coincidenze; bastavano pochi minuti. Un altro amico, dirigente, commentò…”tu, Salvo, puoi fare il sindaco della tua città, tu non parli di business”.

E no: eccome se parlavo di business, sono un agente di viaggi, e tra l’altro forte venditore di biglietteria ferroviaria per tradizione. Mi stavano togliendo un ramo di business bello tosto, ma quello che mi fa specie è che lo stavano togliendo a loro stessi. Quanta gente avrebbe volentieri preso un treno locale e poi lo splendido AV se gli orari glielo avessero permesso?!?

Mi sta bene che i treni veloci non arrivino in Sicilia, te lo vedi un Eurostar dentro un traghetto?!?

Non mi illudo che mi spunti un ponte, ma almeno un po’ di buon senso?!?

Mi piacerebbe che gli attori del trasporto comprendessero una volta per tutte che bisogna evitare le chiacchiere e fare sistema, smetterla di essere comparse di se stessi e fare i protagonisti di un vero sviluppo integrato del territorio.

Sapete cosa c’è scritto alla base della statua della Madonna della Lettera? “Vos et ipsam civitatem benedicimus”, “Benedico voi e la vostra città” (Messina).

Almeno lei ci teneva in buona considerazione.

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