Il charter che resiste

Il charter è morto, viva il charter. A ogni stagione c'è qualcuno che declama la fine dei voli aerei organizzati e poi viene regolarmente smentito dai fatti. Che i t.o. stiano ripensando i trasporti scegliendo sempre più spesso il volato di linea è un fattore risaputo: eppure la charteristica, che pure avrebbe bisogno di adeguarsi ai tempi che corrono, continua a presidiare il mercato del turismo organizzato.

L'estate appena trascorsa ne è una prova inconfutabile: lo scontrino di fine stagione alla voce spese di trasporto registra una spesa consistente dei t.o. in charter. "Abbiamo avuto vendite in crescita per i pacchetti in all inclusive e quelli con volo, grazie anche ai nostri charter dal Nord verso il sud Italia - conferma Luca Epifania, operation manager di Nicolaus -: la grande disponibilità di voli ha comportato un incremento delle vendite per le regioni del Nord Italia".

Il charter è comodo e, ricorda Luca Battifora, ceo di Hotelplan, "in alcuni casi l'unica soluzione per accedere a determinate località come Madagascar e Mar Rosso: in altri casi, come Mauritius e Maldive, rappresenta una soluzione apprezzata da una parte della clientela che predilige il volo diretto".

A ribadire l'importanza della charteristica, soprattutto in un'estate dominata da continui aggiustamenti di posti letto, è Massimo Broccoli, direttore commerciale di Veratour: "Abbiamo bisogno di garantire capacità ai nostri partner commerciali, quindi non è possibile, almeno per il momento, sostituire la componente aerea da charter a linea". Una riflessione che trova d'accordo anche Sergio Testi, ceo di Best Tours Italia: "Per noi il rapporto fra charter e linea è da sempre a favore di quest'ultima: ciò detto, siamo comunque attenti alle evoluzioni del mercato, in particolare per quanto riguarda alcune destinazioni e tipologie di prodotto specifiche”.

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