Turismo religioso, l'identikit dei viaggiatori

Si muove per lo più in bassa stagione, di preferenza in compagnia del proprio partner e più di quattro volte su dieci sceglie di affidarsi all’intermediazione.

Questo l’identikit del visitatore dei luoghi di culto del nostro Paese emerso dall’ultima ricerca curata dalla società Doxa sul turismo religioso. Un segmento di nicchia che, pur pesando solo l’1,5 per cento sul totale dei flussi, riesce tuttavia a rappresentare per agenti di viaggi e ricettivisti una voce di bilancio interessante e un’occasione per ricercare nuovi spunti e sinergie di collaborazione.

Una fetta consistente della clientela - più del 40 per cento dei fedeli - sceglie, infatti, di non muoversi in autonomia e, anzi, si affida all’intermediazione degli operatori. Quanto al profilo dei viaggiatori, il 60 per cento è costituito da stranieri, poco meno della metà (il 45 per cento) provenienti dall’Europa.

Altro dato che acquista rilevanza alla luce della possibilità di mettere a punto itinerari differenziati in base al target, quello dell’età. Il 41 per cento dei fedeli in movimento ha infatti un’età compresa tra i trenta e i cinquant’anni, meno della metà di tutti i viaggiatori del segmento.

Un terzo viaggia in compagnia del proprio partner, il 20 per cento con gli amici, il 13 con la famiglia e il 10 per cento in solitaria. Il tour organizzato è l’opzione prescelta per il 20 per cento degli interpellati. Ultimo indice preso in considerazione dall’analisi è quello della spesa media. Una maggiore propensione al consumo viene dimostrata dai connazionali, disposti a sborsare 59 euro al giorno, contro i 46 di chi viene dall’estero.

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