Firenze, estate difficile: perdita secca da 1 milione di euro

“Le quantifico il danno: quest’estate la città ha perso un milione di euro”. Pier Carlo Testa, presidente di Fiavet Toscana, denuncia un’estate difficile per il turismo a Firenze. Non tanto nei numeri o nell’andamento degli hotel, ma per le agenzie e i t.o. che si occupano di incoming è stata una vera ‘Caporetto’.

“Anche da noi sono mancati gli arrivi Usa, come a Roma, ma gli alberghi hanno comunque registrato buoni numeri, perché i flussi americani sono stati sostituiti con quelli francesi, olandesi e belgi. Il problema è stato per le aziende di inbound”. Nodo del contendere, la chiusura prolungata e senza preavviso del Corridoio Vasariano, che ha trasformato l’estate 2016 in una battaglia per la sopravvivenza.

“Sembra cosa da poco – dice Testa – ma è dall’11 luglio che facciamo rimborsi: alcune agenzie, che si erano specializzate nell’organizzare i tour di Uffizi e Vasariano, hanno dovuto lasciare a casa della gente”. Insomma, un danno ingentissimo.

La programmazione che non c'è
La storia è intricata, e in sostanza la chiusura è dettata da motivi di sicurezza: “Un dato abbastanza comune in questa nostra Italia: vivendo in un Paese edificato nei tempi antichi, difficilmente gli edifici storici rispettano le norme di sicurezza attuali” sottolinea il presidente Fiavet. Poi slittamenti e slittamenti sulla data di apertura, rimborsi, e oggi nessuna proiezione su una possibile riapertura del monumento. “Ma noi lavoriamo sui mercati internazionali, che chiudono i cataloghi presto, e ci chiedono prezzi e informazioni: e non sappiamo cosa rispondere. Il rischio è vanificare anche il lavoro del 2017”.
Il tema della programmazione che non c’è è ben noto a chi lavora nell’incoming. “Non si cambiano le regole in corsa, non si può lavorare sull’improvvisazione” dice Testa.

La cultura è un comparto economico
Ma a Firenze c’è di più. “Rispetto alle altre grandi mete del turismo italiano, noi abbiamo un’interdipendenza fortissima con i musei: i turisti vengono a per vedere la cultura del Rinascimento e il patrimonio culturale. Se è chiuso, non vengono, oppure, giustamente, chiedono il rimborso”.

Perché la cultura, in una città come Firenze, ha un valore non solo intrinseco: “È il nostro patrimonio aziendale – dice Testa – ma è anche un comparto economico fondamentale del nostro Paese, e come tale va trattato”.

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