Inside The St. Regis Venice, terrazza fra antico e contemporaneo

Vedere Venezia. Se l’obiettivo con cui si arriva nella città della laguna è quello di vedere l’idea che si ha della città, in tutto il suo fascino antico, la risposta è il St. Regis Venice.

Nato nel 2019 al posto del Westin Europa e Regina, la caratteristica fondamentale dell’hotel, che ne fa un pezzo ‘da collezione’, è, senza dubbio, la vista. Collocato a ovest di piazza San Marco, le facciate (l’hotel, infatti, è nato da 4 strutture unite fra loro e ha una lunga teoria di facciate) sono il suo punto forte: la vista impareggiabile è quella della Venezia da cartolina, con la Basilica della Salute e la Punta della Dogana che riempiono gli occhi.

E siccome lo sa, il St. Regis scommette su questo e propone l’impressionante numero di 17 terrazze, fra spazi pubblici e zone riservate, per godere dei questa Venezia da vedere. Così il bar, il ristorante e la stesso corridoio che da accesso al Gran Salon hanno questo continuo dialogo fra interno e esterno, con terrazze e piattaforme sull’acqua. In particolare, fra le due facciate principali è incastrato lo spettacolare Giardino Ginori, dove sorseggiare un drink diventa un inno alla bellezza, fra piante, ombrelloni, gondole che passano e la Basilica della Salute sempre davanti agli occhi.

Ma non mancano, fra le suite, le terrazze private, come quella della suite Santa Maria, da dove Venezia assume un sapore differente, quasi da padroni di casa, per immaginare e sognare una vita passata fra calli e canali.

Fascino contemporaneo

  • Il lampadario firmato Ai Weiwei

Se il fascino antico permea l’esterno del St. Regis Venice, l’interno è un inno alla contemporaneità. Tolti i pizzi e i merletti, tolti i broccati della ‘venezianità’ polverosa, l’hotel si presenta lineare negli arredi, fatti di colori pastello e linee essenziali, e soprattutto è uno scrigno di arte contemporanea.

Il gioco fra antico e moderno, fra tradizione e contemporaneità esplode nel Gran Salon, dove troneggia un non tanto classico lampadario in vetro di Murano. A prima vista, è il classico lampadario ‘di Venezia’, e invece è un capolavoro in vetro di Ai Weiwei, artista e dissidente cinese che lo ha realizzato apposta per il St. Regis con i maestri artigiani di Berengo Studio di Murano, e si fa scoprire pian piano, nella sua irriverente complessità di riferimenti.

  • Il Gran Salon

E ancora, sempre nel Gran Salon, le opere di Gregor Hildebrandt, e nelle vetrinette del Gio’s bar, le famose mani con dito medio alzato di Ai Weiwei. Nelle camere, in ordine quasi sparso, opere e libri d’arte conducono l’ospite in un percorso dove Venezia e il contemporaneo si incontrano.

  • Inside The St. Regis Venice, terrazza fra antico e contemporaneo

L’hotel è luogo e teatro di progetti artistici on-site e site specific, come un ‘cultivar’ dove far sbocciare in rapporto tutto particolare che la città ha con l’arte contemporanea. Perché, come scriveva Daniele Del Giudice, scrittore italiano attento e sensibile, “il rapporto con la contemporaneità di Venezia è concepire un oggi plausibile, contraddittorio proprio perché plausibile”.

Servizio e altre magie

  • Una delle suite

Il St. Regis Venice offre 130 camere e 39 suite, un ristorante, 2 bar, fra cui l’Art’s bar, premiato quest’anno per i suoi cocktail ispirati agli artisti, una biblioteca, una spa e una sala fitness. Il design delle aree comuni rappresenta un vero e proprio omaggio a Carlo Scarpa, uno dei più grandi artisti ed architetti veneziani.

  • Inside The St. Regis Venice, terrazza fra antico e contemporaneo

Il servizio è quello del St. Regis. Il butler sempre presente in maniera discreta, pronto a soddisfare ogni desiderio, la cura impeccabile dei dettagli condita con un sorriso, un’ospitalità discreta ma accogliente.

Una chicca da non perdere è il sabrage, il rito di tutti i St. Regis, che ogni giorno si svolge nel Gran Salon coinvolgendo gli ospiti desiderosi di cimentarsi nello stappare una bottiglia di champagne con la sciabola. Da provare per sentirsi nella ‘famiglia’ St. Regis.

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