Il ritorno delle ancillaryVettori a caccia di entrate

Potrebbero essere più pericolose di prima. Niente di illegale, si intende. Ma le compagnie aeree hanno necessità di recuperare cash e un fronte su cui hanno molto probabilmente lavorato con assiduità nei lunghi mesi di stop sarà stato quello delle ancillary revenue. Una voce sempre più utilizzata da tutti i vettori, non solo quelli low cost, e capace di generare entrate per decine di miliardi di dollari prima della pandemia e a cui si guarda ora con molta attenzione, studiando nuovi prodotti o strumenti per fare pagare i clienti a parte rispetto al costo del biglietto.

Qualcosa si sta già muovendo e le associazioni dei consumatori hanno già alzato il livello di guardia, segnalando una prima ‘anomalia’ sulla quale ha deciso di fare luce anche la stessa Enac. Si tratta dell’assegnazione dei posti a pagamento, una voce sulla quale le low cost in particolare negli ultimi anni hanno lavorato molto. Il meccanismo fa sì che per essere sicuri di potere sedersi accanto ai propri figli o a un congiunto con problemi motori si scelga di acquistare il diritto di sedere su un preciso sedile. Ma spesso i costi risultano molto alti.

Più in generale le compagnie stanno mettendo in campo nuovi livelli tariffari che consentano ai clienti di scegliere in maniera libera quali servizi aggiuntivi acquistare, magari spingendo un po’ su elementi spesso necessari come i bagagli, che nelle tariffe base vengono ridotti all’osso.

E in questi giorni è emerso anche un nuovo esperimento che guarda non all’esperienza di volo quanto ai servizi a terra. Porta la firma di Lufthansa l’apertura delle lounge di prima classe in giro per il mondo anche ai clienti di altre compagnie. Naturalmente a pagamento: 150 euro per l’ingresso. Forse è solo l'inizio.

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