Direttiva pacchettiLucarelli, Fiavet e i nodi da sciogliere

Evitare aggravi eccessivi di costi a carico delle agenzie di viaggi e fare chiarezza sulle norme riguardanti le tutele in caso di insolvenza e fallimento. Sono questi due dei punti cardine su cui mette l’accento  Assoviaggi-Confesercenti, Federturismo Confindustria e Fiavet-Confcommercio per quanto riguarda il recepimento nella normativa italiana della direttiva pacchetti varata dall’Unione europea.

Le associazioni di categoria, partecipando al tavolo di consultazione del Mibact, hanno portato all’attenzione del Ministero una serie di aspetti. Ora, dopo due incontri, si attende la convocazione per un aggiornamento che darà conto proprio sulle criticità messe in luce e per precisa come il Governo intende proseguire in vista della redazione del decreto legislativo delegato.

Le osservazioni
Tra gli aspetti messi in luce dalle tre associazioni, spiega il responsabile dei servizi legali di Fiavet, l’avvocato Federico Lucarelli (nella foto), alcune questioni legate ai diritti dei passeggeri in caso di disservizi. L’Unione europea, infatti, ha precisato quali devono essere le tutele per i viaggiatori e i soggetti che devono fornirle.

“Secondo la nuova Direttiva pacchetti nel caso di passeggeri rimasti a terra per danno catastrofale, l’agenzia di viaggi (se è organizzatore) deve fornire alloggio al cliente fino a 3 notti - spiega Lucarelli -. Abbiamo chiesto che la normativa di recepimento consenta quanto meno agli organizzatori di richiedere il rimborso di tale onere ai vettori, secondo la ratio del Regolamento 261/2004, quando il mancato rientro è dovuto all’inoperatività del volo. Più in generale in ipotesi di annullamenti di pacchetti per causa di forza maggiore (calamità naturali, terrorismo) chiediamo che l’obbligo del t.o. di rimborso senza penali al consumatore, valga anche per i fornitori dei singoli servizi inclusi nel pacchetto, che spesso negano al t.o. i rimborsi". Ciò che chiedo le associazioni è che, in casi di questo tipo, l’onere non ricada solo sull’agenzia ma anche sugli altri fornitori. “Quello che chiediamo - precisa l’avvocato - è che non venga addossato al comparto agenziale un onere sociale, che suona più come una responsabilità oggettiva”.

Le tutele per i passeggeri
Tra gli altri temi cui, secondo la triade di associazioni, bisognerebbe mettere mano, ci sono anche le tutele sul fronte finanziario. “Su insolvenza e fallimento - aggiunge Lucarelli -, bisognerebbe colmare delle lacune. Ad esempio, chi si occupa solo di b2b, potrebbe essere escluso dagli obblighi legati alle tutele. O ancora, chi si occupa di turismo scolastico ha un minor rischio di insolvenza, perché in questo settore i pagamenti funzionano in modo diverso: il saldo viene effettuato dopo il viaggio”.

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