Destinazioni turistiche:le 10 regole per ripartire bene

Primo: dare tutti lo stesso messaggio. Le regole del marketing applicato mai come oggi sono utili per provvedere alla ripartenza delle destinazioni al termine del lungo lockdown.

Un momento, quello che precedere la riapertura al turismo, nel quale bisognerebbe non sbagliare né nella promozione, né nella comunicazione.

Un vero percorso a ostacoli visto che una situazione come quella che si è creata non ha precedenti storici e quindi non esistono regole o riferimenti, come sottolinea Massimo Feruzzi, patron di Jfc.  

La società propone, allora, un decalogo per le destinazioni, per evitare di incappare in errori di comunicazione e marketing che potrebbero costare cari. Ma ci sono idee utili anche per gli operatori.

Il decalogo
Sono 10 i passaggi consigliati da Jfc per affrontare la nuova situazione.

1.delineare un unico topic di comunicazione: vale per tutta la destinazione e gli operatori ed è da concordare con le associazioni e gli operatori della filiera turistica;

2.attivare una campagna di comunicazione di “avvicinamento”: dedicata alla clientela fedele, va attivata dal giorno successivo al termine del lockdown e deve esprimere una reale vicinanza di “sentimenti”;  

3.evitare proposte e stimoli commerciali: non è ancora il momento. Al termine del lockdown si deve invece puntare alla ri-attivazione della relazione e di un clima di fiducia con la clientela;  

4.evitare messaggi troppo positivi o negativi: “andrà tutto bene” fa masticare amaro, ma nelle stesso tempo è necessario controllare la comunicazione interna, generata dal sentiment degli operatori locali, che rischia di essere troppo negativa (e circola velocemente in rete);  

5.avviare azioni di riposizionamento sul mercato: è necessario attendere 15/20 giorni dall’inizio della Fase 2 per affrontare questa fase. I temi dovranno essere le offerte legate alla possibilità di trovare spazi “personali ed individuali” ed le eccellenze del territorio;

6.no agli sconti: in questa fase si deve evitare di stimolare gli ospiti con agevolazioni, sconti, promozioni, che verrebbero viste come azioni di “svendita” del servizio e della destinazione;  

7.medici e infermieri: lasciare ai singoli operatori la possibilità di ospitare medici ed infermieri impegnati nell’emergenza: non è, questo, un tema sul quale costruire una campagna di comunicazione post covid-19. È brutto dirlo, ma la paura continua a serpeggiare nella popolazione;

8.mai usare termini sanitari nella comunicazione turistica: nessuno è interessato a soggiornare in una località-ospedale, ma tutti vogliono poter non pensare al covid-19, tantomeno in vacanza;  

9.la sicurezza: i termini da preferire sono quelli legati alla sicurezza, anche sanitaria, alla salubrità dei luoghi, alla sostenibilità delle proposte e così via;

10.predisporre un Crisis Exit Plan, nel quale vengono delineate le azioni necessarie da attuare nei vari step, con validità ben oltre la fase 2 e cadenzate sino all’estate 2021.

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