Il consuntivo delle regioni salvato dai turisti stranieri

Sorpasso storico degli stranieri negli alberghi italiani. Arriva da Federalberghi la notizia dell’estate: per la prima volta in Italia la stagione è stata in tenuta proprio grazie all’aumento della componente estera, che ha compensato il calo dei turisti di casa nostra.

Un primo giro d’Italia a stagione appena terminata conferma questo dato. Le Regioni capofila del turismo italiano hanno visto l’estate messa in salvo, il più delle volte, dagli arrivi internazionali.

Il Veneto, che in termini di presenze è la prima regione a livello nazionale, rappresenta un esempio chiave: “Approssimativamente il trimestre estivo ha registrato il 5 per cento in più di stranieri rispetto al 2012 - spiega Marco Michielli, presidente di Federalberghi regionale -. In testa ai mercati esteri che hanno influito maggiormente sul bilancio complessivo delle presenze turistiche, si collocano Germania e Austria, seguite dai mercati del Nord Europa e dalla Russia” precisa il presidente.

Gli arrivi dai Paesi di lingua tedesca hanno registrato numeri consistenti anche in Emilia Romagna a fronte dei quali, però, Alessandro Giorgetti, presidente regionale dell’associazione, sottolinea “una flessione significativa del mercato interno”, bacino dominante per i flussi turistici della Regione. “È stata una stagione complicata - puntualizza il presidente - : le presenze totali, nel mese di luglio, hanno subìto una contrazione del 4 per cento rispetto all’anno precedente”.

Puglia in crescita
Contrariamente a quanto è avvenuto in Emilia Romagna, i cui flussi dipendono ancora strettamente dall’andamento del mercato italiano, in Puglia l‘incremento del 5 per cento della domanda internazionale non ha soltanto compensato il calo da parte dei nostri connazionali, che “rispetto al 2012 ha subito una contrazione del 5-10 per cento” spiega Raffaele De Santis, presidente di Federalberghi regionale, ma ha anche consentito alla Regione di confermarsi tra le mete turistiche italiane più gettonate dell’estate 2013.

Con un milione e mezzo di presenze nel solo mese di luglio, la componente straniera ha fatto salire il numero dei turisti anche negli alberghi del Lazio, dove “la domanda estera, guidata dagli americani, seguiti da Regno Unito, Spagna, Germania e Giappone, ha coperto il 70 per cento dei flussi in generale” specifica il presidente regionale degli albergatori Walter Pecoraro. Tuttavia, i dati registrati in Lazio rilevano una flessione del fatturato a causa della riduzione dei prezzi. Problematica, questa, che nonostante il complessivo incremento dei pernottamenti nelle strutture ricettive italiane, ha riguardato anche il Veneto: “La sostanziale tenuta del turismo alberghiero - sostiene, infatti, Marco Michielli - è da intendersi in termini di pax e non di fatturato in quanto, per essere concorrenziali su un mercato fortemente competitivo, siamo costretti a contenere i prezzi”.

Le note dolenti
La perdita di fatturati e la riduzione dell’occupazione rappresentano le principali note dolenti rilevate da Federalberghi, secondo le cui stime il giro d’affari complessivo in Italia subirà una flessione di 8 punti percentuali. “A fronte di margini pari a zero, la soluzione è compito dello Stato - sostiene Michielli - che deve cedere sotto il profilo fiscale ed evitare di fare interventi sporadici e, spesso, devastanti”.

I segnali di ripresa ci sono, ma perché il settore possa ripartire a tutti gli effetti “servono scelte forti - afferma anche Pecoraro - che consentano di rinnovare l’offerta turistica, fornendo al cliente la motivazione per ritornare ed evitando, così, la riduzione dei prezzi per ‘fare occupazione’”.

L’associazione di categoria degli albergatori, anche a livello nazionale, sollecita da tempo un lavoro sul cuneo fiscale e una campagna di promozione e supporto delle destinazioni italiane.

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