Halldis alla conquista della Cina con un sito in lingua

“Il nostro portfolio aumenta di circa 400 unità all’anno; cerchiamo nuovi mercati e quello del viaggiatore outbound cinese ha un grande potenziale verso l'Europa”. Alberto Melgrati, ceo di Halldis, spiega in questi termini la decisione della società di dar vita a ‘China Project’, il piano di sbarco sul mercato cinese.

Il portale italiano specializzato negli affitti temporanei ha ideato due diversi binari di approccio al Paese. Il primo, di marketing indiretto, prevede la collaborazione con alcuni portali di distribuzione cinesi come Ctrip, Zhubaijia o Tujia, con cui Halldis ha  firmato degli accordi per la commercializzazione del proprio portfolio. 

Il secondo binario, di marketing diretto, contempla una strategia imperniata sul sito www.halldis.cn in lingua cinese e con un meccanismo di social marketing digitale per generare traffico. Il sito dà modo al cliente di prenotare direttamente tramite metodi di pagamento cinesi come Alipay, Wechatpay o Unionpay e sui social media Halldis agirà su diverse piattaforme come Wechat, Weibo, Mafengwo e Qyer, avvalendosi della collaborazione con dei key opinion leader.

Customer care in cinese e metodi di pagamento locali
“A livello mondiale nessun altro operatore del vacation rental offre un servizio simile al nostro - afferma Roger Bisschoff, head of distribution and partnerships di Halldis -. Siamo i primi ad avere la soluzione tecnica per offrire la possibilità di prenotare direttamente da un sito hostato in Cina, offrendo metodi di pagamento locali con personale di vendita e customer care in lingua”.

“Anche se l’Europa in questo momento è per la Cina ancora una destinazione abbastanza esotica - aggiunge Melgrati - con 10 milioni di visitatori all'anno, di cui 1,5 in Italia, è in crescita vertiginosa. Anche se la maggior parte dei cinesi sceglie l'albergo come accommodation ideale, l’opzione di una casa è sempre più frequente, soprattutto per le nuove generazioni: l'età media del free independent traveler è intorno ai 30 anni”.

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