Aigab contro il ddlsugli affitti brevi, Celani: “Penalizza tutti i proprietari”

Un’opportunità persa per il Paese, con un atto che colpisce i proprietari e favorisce gli albergatori. Aigab, l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, raffredda l’entusiasmo del ministro Santanché sul ddl relativo alle locazioni turistiche, la cui bozza è appena arrivata sul tavolo dell’associazione.

“La nostra opinione - sottolinea il presidente Aigab Marco Celani (nella foto) - è che si tratti di un testo peggiorativo rispetto alla prima bozza del ddl locazioni turistiche messa a punto dal Ministero del Turismo”.

A favore degli albergatori
Di fatto, aggiunge, sono state accolte richieste del mondo alberghiero volte a introdurre limitazioni attraverso complessi adempimenti relativi agli immobili, come l’assoggettamento alle norme antincendio e l’introduzione nelle case di rilevatori di monossido di carbonio, oltre a quelle che Celani definisce “incomprensibili restrizioni dirette volte a rendere meno conveniente il ricorso a questo strumento come quelle del minimum stay, quindi la possibilità di affittare una casa solo soggiornando almeno due notti, oppure il rendere più complicata la vita del proprietario costringendolo a diventare imprenditore nel caso abbia tre o più immobili, mentre prima la soglia era di cinque".

Il proprietario diventa imprenditore
Il ddl locazioni prevede, infatti, che ogni proprietario in tutta Italia che abbia più di due appartamenti messi a reddito con gli affitti brevi sia escluso dalla cedolare secca e costretto ad aprire partita Iva, con l’obbligo di iscriversi al registro imprese e tenere la contabilità.

“La nostra delusione - continua Celani - nasce anche dal fatto che si perde l’opportunità di riconoscere una categoria di imprenditori che ormai conta circa 30mila professionisti, rimuovendo ogni timido riferimento ai gestori professionali”. Unica nota positiva, secondo lui, il fatto che il ddl introduca il Cin nazionale e demandi ai sindaci, che non avranno alcuna autonomia su ulteriori limitazioni, l’onere dei controlli.

Per il resto si penalizza, secondo Aigab, un settore che, come ricorda Celani, “a fine 2023 farà registrare a livello nazionale un valore di prenotazioni di circa 11 miliardi di euro, con un indotto sul Pil di ulteriori 44 miliardi di euro”.

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