Affitti brevi, sentenza obbliga i portali a versare cedolare secca. Il plauso di Federalberghi

I portali di prenotazione hanno l’obbligo di riscuotere e versare allo Stato la cedolare secca sugli affitti brevi. A ribadirlo la sentenza del Consiglio di Stato n. 9188 di oggi, 24 ottobre, che recepisce le indicazioni in materia della Corte di Giustizia dell’Unione europea.  

Immediata la reazione di Federalberghi: “Confidiamo - dice in una nota - che il pronunciamento del Consiglio di Stato metta la parola fine a una telenovela che si trascina da più di sei anni, durante i quali Airbnb si è appigliato a ogni cavillo pur di non rispettare le leggi dello Stato”.

Obiettivo: promuovere la trasparenza del mercato
La federazione sottolinea poi i suoi interventi al fianco dell’Agenzia delle Entrate per promuovere la trasparenza del mercato, “nell'interesse di tutti gli operatori, perché l'evasione fiscale e la concorrenza sleale danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”.

E a proposito della richiesta fatta dall’Agenzia delle Entrate ad Airbnib di sanare 500 milioni di euro di tasse non versate commenta: “Ci auguriamo che non si facciano sconti e che la web company americana venga invitata a pagare per intero le somme sottratte all’erario in questi anni, senza dimenticare sanzioni e interessi”.

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