Parigi, continua la lotta contro gli affitti brevi: ora nel mirino le key box

Non c’è pace per gli affitti brevi. In tutto il mondo il comparto è da tempo nell’occhio del ciclone, accusato di aver favorito negli anni la gentrificazione delle destinazioni più battute dal turismo di massa, nonché il fenomeno dell’overtourism. E così va allungandosi la lista delle limitazioni a un business model che agli esordi prometteva di rivoluzionare l’extraricettivo. L’ultima stretta arriverà nelle prossime settimane a Parigi, già da tempo ai ferri corti con Airbnb.

In vista delle Olimpiadi, la Ville Lumiére ha in serbo un nuovo provvedimento che vuole rendere un po’ più difficile la vita ai proprietari di locazioni brevi. Il Consiglio comunale si appresta infatti a votare una proposta per l’abolizione delle ‘key box’, cassette per le chiavi sempre più in voga nel comparto, poiché consentono a locatari e host di consegnare e restituire le chiavi della casa in affitto nei depositi installati nella città in qualsiasi momento, senza che i due si incontrino. Una comodità soprattutto per chi non ha tempo di accogliere di persona i clienti o gestisce più alloggi.

Come funziona
La misura, che sembra ora stuzzicare anche Venezia, è già stata adottata da altre destinazioni d’oltralpe quali Nizza, Lille, Annecy. In queste località, riporta Repubblica.it, la polizia municipale applica alle key box delle etichette, richiedendo al proprietario di contattare il comune entro due settimane per l’approvazione. Nel caso in cui qeust’ultimo non fornisca un feedback nei tempi previsti o il suo appartamento risulti in un luogo considerato illegale la cassetta viene rimossa.

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