Contratti a termine e agevolazioni:cosa cambierà con il decreto Lavoro

Sarà varato il primo maggio il decreto Lavoro del governo Meloni che, oltre al taglio del cuneo fiscale, cambierà il reddito di cittadinanza e introdurrà nuove norme in materia di contratti a termine.

La prima novità, anticipa Il Sole 24 Ore, riguarderà la nuova sforbiciata al costo del lavoro che dovrebbe aggiungere un ulteriore punto di riduzione dei contributi e irrobustire così le buste paga dei dipendenti a basso reddito.

Nel decreto troverà inoltre spazio la riforma del reddito di cittadinanza, che verrà suddiviso almeno in due misure diverse: da un lato la Garanzia per l’inclusione (Gil), dall’altro la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal). La prima arriverà a un massimo di 500 euro al mese e sarà rivolta ai nuclei familiari con almeno un disabile, un minore, un over 60 o un percettore di assegno di invalidità civile. Alla seconda misura potranno accedere gli occupabili a partire dal primo gennaio 2024 e non potrà durare oltre i 12 mesi.  

Contratti a termine
Verrà anche modificato il decreto Dignità: i datori di lavoro potranno continuare a stipulare contratti della durata di 12 mesi con una nuova articolazione delle causali, che non scompariranno, ma saranno rese più soft. Secondo le bozze circolate in questi giorni, sono inoltre previsti incentivi per le aziende che assumono giovani under 30 che non studiano e non lavorano e uno sgravio contributivo al 100% della durata di 24 mesi per chi assume percettori di Gil. In caso di contratto a termine o stagionale l’incentivo, invece, sarà del 50%.

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