Bluvacanze, Cuba, Ryanair e l’Expo a Riyad: il meglio di TTG Magazine

Il nuovo concept di agenzia di Bluvacanze, le difficoltà di Cuba sul mercato italiano, ma anche la ripresa della Cina e l'assegnazione dell'Expo 2030 a Riyad: questi alcuni dei temi dell'ultimo numero di TTG Magazine, sfogliabile online con la digital edition. Ecco una selezione dei migliori articoli.

Bluvacanze: nuovo concept per l’agenzia di viaggi
“La nostra strategia di omnicanalità parte dalla consapevolezza dell’esistenza di porzioni di mercato inesplorate che, profilando bene i clienti, possono produrre redditività”. Così Domenico Pellegrino, ceo del Gruppo Bluvacanze, ha descritto il cambiamento che le agenzie di viaggi in generale e il network nello specifico stanno vivendo in questi anni.

Tutta la distribuzione turistica è infatti oggi protagonista di una trasformazione digitale e la volontà di Bluvacanze è quella di muoversi sfruttando una serie di touchpoint sia fisici sia digitali per consentire al consumatore finale di accedere al prodotto ‘vacanza’ attraverso più canali. E la convention del gruppo, che ha radunato 400 adv e 51 fornitori, è stato il momento per fare il punto su questa strategia e annunciare il nuovo concept di agenzia, che si propone di diventare un modello unico in Italia, interamente improntato sull’integrazione tra fisico e digitale. (continua sulla digital edition)

Fumata nera su Cuba: "Ecco cosa è cambiato"
Fino a qualche anno fa era la regina incontrastata dei Caraibi. Oggi, invece, la popolarità di Cuba sul mercato italiano è in crisi. In agenzia le richieste sono in calo e i numeri record degli anni passati, quando la Isla Grande era arrivata ad accogliere oltre 200 mila arrivi dall’Italia, sono un lontano ricordo.

Ma cosa è accaduto a una destinazione un tempo cavallo di battaglia di tanti operatori? Per Andrea Mele, ceo di Mappamondo, a ostacolare il ritorno ai grandi numeri sono soprattutto le procedure più rigide per chi, dopo avere visitato la destinazione caraibica, vuole pianificare un viaggio negli Usa: “Le nuove regole di ingresso negli Stati Uniti hanno introdotto l’obbligo del visto, anziché l’Esta, per chi intende recarsi negli Usa per qualsiasi motivo dopo un soggiorno precedente a Cuba. E questo costituisce un freno enorme alla scelta di Cuba come destinazione per le proprie vacanze”. (continua sulla digital edition)

Cina, il gigante è tornato a correre
Una notizia “clamorosamente positiva”, impensabile solo fino a qualche mese fa. La Cina volta definitivamente pagina e dallo scorso 1 dicembre introduce una politica di ingresso senza visto per viaggi della durata di 15 giorni da numerosi Paesi, fra i quali anche l’Italia.

Il provvedimento sarà valido fino a fine novembre 2024, ma la svolta appare già “epocale”, come la definisce Michele Serra, presidente di Quality Group e a.d. di Mistral Tour, ma soprattutto profondo conoscitore della destinazione. “Il significato del provvedimento adottato dal Governo cinese è senza precedenti – commenta entusiasta il manager -. Fino a ieri, la politica di chiusura in atto rendeva complicati i viaggi verso il Paese, sia sul fronte leisure sia per gli uomini d’affari. Non si trattava di una mera questione di visto o di costi di viaggio, il problema era più profondo. Da oggi però il quadro è completamente cambiato e anche a livello di marketing e comunicazione assisteremo a una decisa accelerata”. (continua sulla digital edition)

Ryanair e i ‘soliti nemici’: la guerra ora è in tribunale
C’è stato un tempo in cui l’idiosincrasia di Ryanair per alcuni elementi del mercato turistico passava solo dalle dichiarazioni pirotecniche di Michael O’Leary. Ma dopo la bufera Covid lo scontro tra la low cost e i suoi nemici storici (intermediazione in generale e tutto ciò che può configurarsi come aiuti di stato) non si è fermato alle parole roboanti, ma si è spostato nei tribunali.

Negli ultimi mesi la low cost ha messo in campo gli avvocati in diversi Paesi d’Europa, qualche volta chiamata in causa, qualche volta invece di sua iniziativa. E con risultati alterni. (continua sulla digital edition).

A Riyad va l’Expo 2030, il sogno diventa realtà
Il verdetto tanto atteso, alla fine, è arrivato, ma per Roma è stato una sconfitta clamorosa: sarà Riyad a ospitare l’Expo 2030. Una vittoria schiacciante sulla nostra Capitale, che si è presentata candidata al rush finale insieme alla sudcoreana Busan. A sancire la debacle le cifre: al termine della riunione dei delegati del Bureau International des Expositions (Bie) a Issy-Les-Molineaux, alle porte di Parigi, la capitale dell’Arabia Saudita ha raccolto 119 voti, mentre Busan si è fermata a 29 voti e Roma ne ha ottenuti solamente 17. (continua sulla digital edition)

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