FlixBus, 23 aziende italiane scrivono al Ministero: "Se lo bloccate, per noi conseguenze disastrose"

Sono 23 le aziende del trasporto su gomma che hanno deciso di scendere in campo a sostegno di FlixBus, nuovamente sotto i riflettori per la presentazione di una ennesima serie di emendamenti che puntano a mettere fuori legge gli autobus verdi.

Ad intervenire sono i partner di FlixBus, Air Pullman e Autolinee Crognaletti, Autonoleggio Losio, Autoservizi Guizzetti, Baranzelli, Barzi Service, BMC Bus, Bus Company, Cialone, Flybus, GelosoBus, Nuova Benese, Nuova Tesei, Rosà Autoservizi, SAPS, Sar Ranchio, SATA, SAV Autolinee, SIT, STAC, STAT, Sulga e Volpi che anno preso carta e penna e hanno scritto un appello al ministro delle Infrastrutture, a quello dello Sviluppo Economico e a tutti i soggetti politici e dirigenziali interessati.

“In qualità di partner FlixBus – scrivono - , stiamo visibilmente beneficiando della possibilità di aprirci a nuove opportunità e di consolidare le nostre attività, con la possibilità di effettuare investimenti in fatto di qualità del servizio e di assunzione di nuovo personale. Punto, questo, che ci preme sottolineare in considerazione della natura degli emendamenti stessi, presentati in larga parte all’Art. 20, un articolo che prevede misure per tutelare i lavoratori in caso di aziende in crisi e la cui chiamata in causa ci appare paradossale. Per noi, infatti, proprio l’impedimento a FlixBus di operare con il suo modello in Italia implicherebbe il ricorso a forti riduzioni del personale, che abbiamo assunto per l’esercizio delle linee di FlixBus, in particolare autisti e addetti alla manutenzione”.

Le conseguenze
Insomma, scrivono le 23 aziende, se bloccate FlixBus mettete in crisi posti di lavoro. “Individuiamo in questa iniziativa un violento attacco alla possibilità di molte aziende di operare e di salvaguardare i propri investimenti" si legge ancora nella lettera/appello.

"Le conseguenze economiche per molte aziende del settore potrebbero essere disastrose. Facciamo pertanto appello al Parlamento, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e alle istituzioni affinché i nuovi emendamenti presentati alla Legge di Bilancio alla Camera non trovino spazio”.

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