La reazione di Lufthansa: ‘Così affrontiamo la crisi’

“Ci siamo specializzati nella gestione delle emergenze. Ricordate la vicenda dell’allora Germanwings? Allora abbiamo dimostrato di essere in grado di affrontare le situazioni più difficili. Ce la faremo anche questa volta”. Il ceo del Gruppo Lufthansa Carsten Spohr prova a guardare avanti e cerca di lanciare un messaggio di ottimismo al mercato.

Non nasconde le preoccupazioni per le conseguenze dell’emergenza attuale senza precedenti e dice a chiare lettere che senza gli aiuti da parte dei governi l’intero settore dell’aviazione civile è in pericolo. Lui che in passato ha sempre combattuto contro gli aiuti governativi. Ma ora il mondo è cambiato e vanno cambiate le regole.

Le cifre di oggi
Il quadro in casa Lufthansa, così come in quella dei competitor, oggi è drammatico: si va verso il 90-95 per cento dei voli cancellati, 700 aerei su 765 a terra, Austrian e Brussels totalmente fermi e un clima in cui “nessuno vuole viaggiare”. Eppure, rimettendo in campo un concetto a lui caro, come in ogni situazione di crisi è arrivato il momento di iniziare a pensare a quali opportunità si potrà cogliere.

La base da cui partire, spiega Spohr, è la situazione finanziaria “decisamente migliore di molti nostri competitor” spiega nella conferenza stampa che avrebbe dovuto essere incentrata sui risultati del 2019, ma che inevitabilmente cede il passo alla realtà dei fatti. Poi lo sguardo al futuro: “Stiamo lavorando su tutti i possibili scenari e stiamo cercando di plasmare il Gruppo Lufthansa del futuro, ragionando su come dovremo affrontare il mercato”.

Lo scenario
E su questo punto chiarisce subito: “Oggi sappiamo che un Gruppo Lufthansa come lo vediamo non ci sarà più. Quando tutto ripartirà l’economia avrà dimensioni ridotte rispetto a oggi. E noi dovremo adeguarci di conseguenza”. Certo, rimane l’incognita sui tempi perché a oggi nessuno è in grado di prevedere quanto durerà l’emergenza e di conseguenza quale sarà il reale impatto economico e sociale. “Ma si ripartirà, lo abbiamo visto altre volte – conclude Spohr -. Ricordandoci però che sarà una ripresa lenta e che per rivedere gli aerei pieni ci vorrà ancora molto tempo, dopo”.

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