Biglietti aerei in adv pagati con carta: Aiav vuole chiarezza e cita in giudizio Iata

Le modifiche alla Reso 890 della Iata scaldano le agenzie di viaggi. Che ora si trovano a dover fare i conti con una fee del 5%, imposta da alcuni vettori come British, qualora scelgano di effettuare il pagamento della biglietteria aerea con la carta di credito dell’adv.

Proprio questa è stata la ragione che spinto Aiav, l’associazione di categoria presieduta da Fulvio Avataneo, a citare in giudizio la Iata “con un provvedimento d’urgenza ex art. 700 – riporta una nota dell’associazione - chiedendo l’invalidazione/eliminazione dei punti della Reso 890 oggetto di modifica”.

Trattandosi di un tema alquanto spinoso, che merita ulteriori fasi di approfondimento, però, dopo la prima udienza svoltasi nei giorni scorsi il giudice ha preferito rinviare la sentenza al prossimo mese di ottobre.

L'udienza
“La prima udienza si è tenuta il 7 giugno presso la IX sezione Civile del Tribunale di Roma – ripercorre Aiav -, dove la Iata ha espresso le proprie eccezioni formali in merito alla legittimazione attiva dell’Aiav (non essendo, questa, un’agenzia di viaggi non direttamente interessata) e alla legittimazione passiva della Iata stessa, non essendo, questa, una compagnia aerea, ma solo l’associazione delle medesime”.

Poiché, riporta ancora Aiav, da parte della Iata è stato messo in luce che “un maggior controllo sull’utilizzo delle carte di credito aziendali, per una maggiore sicurezza del mercato” sarebbe stato richiesto dalle associazioni di categoria presenti in Apjc, la stessa associazione degli agenti di viaggi ha deciso di avviare ulteriori conferme a proposito.

La nuova udienza è stata intanto fissata al prossimo 4 ottobre ed entro quella data emergeranno ulteriori dettagli.

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