Fedeli al modello di business. La strategia easyJet

Perchè cambiare modello di business? La pazienza è la virtù dei forti, dicono, e i numeri che easyJet mette in cassa in chiusura d’esercizio parlano chiaro.

Il contesto di mercato in cui si posiziona il vettore low cost britannico sembra quello adatto: i big del segmento legacy come Air France-Klm, Lufthansa e Iag cercano di ridurre le perdite sul corto raggio avviando brand ad hoc (rispettivamente Hop!, Germanwings e Iberia Express e Vuleing), e avviando politiche commerciali che sino a qualche tempo fa erano state appannaggio dei low cost.

In alternativa, i big dei cieli cercano il consolidamento attraverso acquisizioni societarie o alleanze, come nel caso di Etihad.

easyJet insieme alla coriacea Ryanair di Michael O’Leary, sceglie invece di fare  di testa propria  e mantenere fede al proprio modello.

“Ci aspettiamo che i vettori legacy continueranno nella riduzione della capacità - si legge infatti nella nota di bilancio 2013 dell’aerolinea britannica - per ridurre l’impatto delle perdite dalle attività a corto raggio, ma ci attendiamo anche che aumenterà la competizione tra low cost, che punteranno all’espansione. Le attese sono per una riduzione delle attività sul mercato da parte dei vettori meno efficienti, con conseguenti opportunità di ulteriore crescita per easyJet nel suo core business”.

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