Rifai, Omt: "Il turismo è in buona salute"

Una previsione di 3-4 punti percentuali come crescita complessiva e uno sguardo ottimista rivolto verso l’anno in corso. È questo il quadro del turismo mondiale che presenta Taleb Rifai, segretario generale dell’Omt.  

L’immagine che emerge dalle sue parole è quella di un comparto che gode di buona salute, malgrado la crisi economica che ancora pesa sui conti dei Paesi europei e che sicuramente influisce sulla propensione al viaggio dei turisti del Vecchio Continente.

Rifai, però, evidenzia che a fronte di un inevitabile rallentamento di quelli che saranno i flussi dall’Europa, ci sono altre economie, in miglior stato di salute, che sosterranno in modo importante lo sviluppo del comparto. “Nelle nostre previsioni - illustra il segretario generale - a crescere con maggiore impulso saranno ancora una volta i cosiddetti mercati emergenti, quindi la Cina, l’India, il Sud-Est asiatico, tutta l’Asia in generale e il Sud America”. La crescita di flussi di queste aree non andrà, però, a penalizzare del tutto il Vecchio Continente.

“I flussi dei Paesi in forte sviluppo - sottolinea il segretario generale - genereranno importanti ricadute e un buon incremento per l’Europa, che sarà una delle principali destinazioni di arrivo”. Insomma, per i mercati europei questo 2012 sarà l’anno della riscossa dell’inbound. Anche per quanto riguarda le aree critiche del mondo per il turismo, Taleb Rifai si mostra ottimista. “Secondo i nostri forecast - dice - l’Egitto dovrebbe ridurre le perdite registrate nel corso del 2011: forse non a breve termine, ma almeno sul medio periodo. Quello che è certo, è che la situazione di contrazione non dovrebbe diventare cronica”.

Una rassicurazione importante anche e soprattutto per l’industria turistica italiana, che concentra sull’Egitto, e in particolare sul Mar Rosso, una buona parte del suo business. “Il problema dell’Egitto - dice ancora il segretario generale Omt - è che, in particolare per quanto riguarda l’Italia, il Paese non riesce a svincolare l’immagine dei resort sul Mar Rosso da quella globale. È un danno, perché di quello che succede a Il Cairo, a Sharm o a Marsa Alam si sente solo una vaga eco”. Ma l’Egitto ripartirà, perché, secondo Rifai, “nessun Governo, di nessun tipo e di nessun orientamento, potrebbe voler perdere il giro d’affari generato dal turismo”.

Un ultimo sguardo è per il Giappone. “Dopo il terremoto, il Paese ha avuto uno stop non solo nei flussi inbound, ma si è come paralizzato anche all’interno - spiega -. Gli stessi giapponesi hanno vissuto un forte momento di shock. Ma la ricostruzione velocissima di molte infrastrutture ha dato un segnale di speranza alla popolazione, che ha reagito bene: una chiara testimonianza è la ripresa dei viaggi all’estero dei giapponesi”.

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