Passaporti nel caos: un problema irrisolto

L’allarme passaporti è scattato da mesi, da quando la ripresa dei viaggi è andata a sommarsi alla gran mole di documenti scaduti e non rinnovati durante l’emergenza Covid.

A lamentare il disservizio erano state per prime le associazioni di categoria, che attribuivano proprio ai lunghi tempi necessari per il rilascio del documento le cancellazioni di vacanze o viaggi di lavoro già prenotati.

Allarme estate
L’allarme è tornato di attualità in questi giorni, come ha segnalato il presidente di Assoviaggi, Gianni Rebecchi, intervistato su Radio 24. La notizia delle lunghissime attese – in alcuni casi si arriva alla primavera del 2024 – per ottenere il documento in alcune questure sta rimbalzando anche sulla stampa nazionale.

Diritto negato
“Quello che dovrebbe essere un diritto sancito dalla Costituzione – ovvero la libertà di movimento – spiega Rebecchi – viene di fatto negato in molte regioni. In Europa si è tornati a viaggiare e il tempo medio per il rilascio del documento è di tre settimane. In Italia non è così”.  

A patire di più sembrerebbero essere le questure di alcuni comuni del Nord Italia, complice il numero elevato di persone che si spostano per business. Lecco, Torino, Parma, Pordenone, Lodi, Bergamo: gli esempi si moltiplicano. Le questure si arrabattano fra aperture straordinarie e Click day, ma in alcuni casi non è al momento possibile fissare un appuntamento.

Eppure, sottolinea ancora Rebecchi, la clausola che inserisce il turismo fra le motivazioni d’urgenza, che consente cioè di presentarsi in questura senza appuntamento, “è chiara e dal 2 marzo è stata pubblicata anche sul sito del Ministero dell’Interno”.

Il vero nodo
E allora dove sta il nodo? “Esiste una circolare del Ministero, che è stata diffusa in tutte le questure d’Italia – tuona il presidente di Maavi, Enrica Montanucci -. Nella circolare è chiaramente indicato il turismo fra i motivi d’urgenza, necessario e sufficiente per il rilascio immediato – o al massimo nell’arco di 3 giorni – presentandosi in questura senza appuntamento”.  
Il problema , secondo Montanucci, è l’errata interpretazione del concetto di ‘urgenza’. “Per urgenza si intendono i 20 giorni prima della partenza, presentando il biglietto aereo o il certificato di viaggio. Chi si reca in questura per un viaggio da effettuarsi mesi dopo viene rimandato a casa, ma non è certo colpa del Ministero”. Un dato su tutti: “Paola Mannella, direttore dell’ufficio per l’amministrazione generale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che ha ricevuto Maavi ai primi di febbraio, ha confermato che una gran mole di richieste di rinnovo era già stata evasa, con l’emissione di circa 400mila passaporti in poco più di un mese”.

Getta acqua sul fuoco il presidente di Fiavet, Giuseppe Ciminnisi, che evidenzia come il problema sia in realtà già risolto: “Al momento, la media dei tempi di rilascio dei passaporti dei clienti che devono partire è intorno ai 25-30 giorni, niente a che vedere con i problemi di inizio anno. Vorrei invece segnalare un dato, segnalatomi da diverse questure fra le quali quella di Firenze. Nei primi tre mesi del 2023 questa questura aveva in custodia più di 500 passaporti, rilasciati e mai ritirati”.

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