Calendario scolasticoda cambiare La sfida della Puglia

Lui si chiama Giovanni Stea, è un consigliere regionale della Puglia e rischia di diventare uno degli uomini più popolari fra gli studenti italiani di ogni ordine e grado. Ma anche nel mondo del turismo potrebbe veder crescere la sua popolarità.

È infatti da lui che arriva la proposta di legge regionale che permetterebbe, se approvata, di modificare il calendario scolastico della sua regione, consentendo agli studenti di rientrare sui banchi non ad inizio o metà settembre, ma nei primi giorni di ottobre.

Alla base della sua iniziativa, al di là dei fattori climatici, l’attenzione per quello che è un settore ormai fondamentale per l’economia pugliese, ossia il turismo. Secondo quanto riporta il Corriere.it, infatti, Stea sostiene che sacrificare il mese di settembre sia un danno sia per il turismo incoming che per quello outbound, non permettendo agli alberghi di tenere aperto a pieno regime né alle famiglie di programmare vacanze di media durata.

Sulla proposta, dice Stea, “c’è stato accordo da destra come da sinistra” e il prossimo passo sarà quello di aprire un tavolo di confronto con le associazioni di categoria degli albergatori, i sindacati, i trasporti, gli esercenti.

I precedenti
Ma la Puglia non è la prima regione ad avanzare questa proposta: nel mese di settembre anche l’assessore al Turismo dell’Emilia Romagna, Andrea Corsini, aveva pensato di posticipare l’inizio dell’anno scolastico. Ma la proposta era stata bloccata dai genitori, che avevano avanzato una serie di difficoltà pratiche legate alla possibilità di prendere vacanze nel corso di tutto il mese di settembre.

La richiesta di Astoi
Il tema, che viene affrontato in maniera spot dalle autonomie regionali, in realtà coinvolge tutto il Paese, e solo qualche giorno fa Nardo Filippetti, presidente di Astoi, lo ha riportato in auge: “Per destagionalizzare bisognerebbe mettere mano al calendario scolastico che batte i tempi dei flussi e fa sì che il nostro Paese venga percepito come caro – ha detto a chiare lettere -. Mi dite quale imprenditore puó oggi affrontare investimenti se la stagionalità si limita solo a due, massimo tre mesi?”.

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