Rotta su senior e Millennials

“Nonostante il dollaro alto e le vicissitudini socio-politiche, gli Usa rimangono la meta a lungo raggio più amata e ambita dagli italiani”. Olga Mazzoni, presidente di Visit Usa Italy, traccia così un bilancio dell’andamento del mercato dopo un 2016 che, almeno nei primi otto mesi, ha fatto registrare risultati sotto le aspettative, pur avendo mantenuto numeri di tutto rispetto.

I mercati internazionali, con un totale di 50,8 milioni di arrivi nel corso dei primi 8 mesi dello scorso anno, hanno registrato un calo del 2,3 per cento. Soltanto nel mese di agosto, che per l’Italia continua ad essere il periodo più forte in termini di viaggi verso gli Usa, il calo complessivo nei visitatori è stato del 2,1 per cento: un calo che, però, per gli italiani è stato più evidente, a -3 per cento sull’anno precedente.

È anche vero che il 2015 era stato un anno memorabile per i flussi dall’Italia, con il superamento del milione di arrivi: “Dopo il record del 2015 - dice Mazzoni - si spera in nuovi traguardi: puntiamo in primis sulla formazione delle adv e sulla diversificazione dell’offerta, che deve essere sempre più ampia e per attrarre ulteriori fasce di visitatori”.

Nessun problema per l’effetto Trump
Che il ‘brand Trump’ non intacchi il Brand Usa lo confermano gli operatori a stelle e strisce. Non solo l’elezione del nuovo presidente non ha destabilizzato il trend degli arrivi, ma sembrano essere rientrate anche le preoccupazioni sui costi euro-dollaro e i timori per la sicurezza.
“Da tenere d’occhio – sottolinea Mazzoni - due tipologie di turisti, i millennials e i ‘growing grey’, cioè i senior”. I primi rappresentano i viaggiatori del futuro con interessi e schemi di viaggio in evoluzione costante: “Dal puro ‘fai da te’ iniziale - sottolinea la presidente Visit Usa Italy - sempre più chiedono consulenza in agenzia. Importantissimi sono poi i viaggiatori senior, visto l’aumento secondo i dati demografici. Per loro vanno creati viaggi su misura, considerando i diversi interessi, che vanno dal culturale al naturalistico all’esperienziale, all’interno della stessa categoria ”.

E agli agenti di viaggi Mazzoni consiglia: “Gli adv sono i primi messaggeri e portavoce delle destinazioni: per questo la formazione è importante, perché li renderà sempre più abili nel diversificare e creare itinerari complessi, con contenuti trasversali che incuriosiscano i clienti”.

I prodotti emergenti
Secondo la presidente di Visit Usa, il futuro nelle vendite deve guardare a prodotti e suggestioni differenziate. “Bisogna uscire dal loop della luna di miele e ampliare le vedute, pensare più ai viaggi di avventura. L’America è una nazione che si presta moltissimo a esperienze di questo genere adatta a tutte le età. Gli agenti - suggerisce - potrebbero proporre ai propri clienti un po’ più avventurosi viaggi outdoor con attività all’aria aperta”. L'asticella sulla complessità delle proposte di viaggio si alza sempre più, perché è nella diversificazione che il cliente finale trova la personalizzazione.

Paola Trotta

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