London calling

Il countdown è partito così come la torcia olimpica. A Londra 2012 manca oramai solo qualche mese ed è proprio nel rush finale che se ne vedono di belle.

Le Olimpiadi degli anni Duemila sono sempre più un evento mediatico e totalizzante. Una manifestazione che cambia gli equilibri di città e nazioni e che con lo sport, spesse volte, ha davvero poco a che fare.

Pechino 2008 era stata l'edizione della consacrazione dell'impero del Dragone come nuova potenza mondiale, così come, guardando all'ultimo esempio tricolore, con l'edizione invernale dei Giochi di Torino 2006, è avvenuta una sorta di rivoluzione: una città stereotipata da anni, nel collettivo immaginario come realtà industriale, è rinata come destinazione turistica amata da sempre più visitatori.

Gli sfarzi di Atene 2004, per il ritorno delle Olimpiadi nella patria natale, hanno invece gettato le basi per il default greco.

Ma, tornando a Londra, la febbre dei Giochi sta progressivamente smantellando il proverbiale aplomb britannico, sostituito da una ben più vivace creatività sud-europea. Inutile dire che durante le giornate olimpiche, dal 27 luglio al 12 agosto, i prezzi degli alberghi saranno a dir poco improponibili. Le ultime stime parlando di una crescita, sullo scorso anno, del 97 per cento, con tariffe medie di 255 euro a camera per notte.

Sempre in campo di hospitality, ma che di ospitale ha davvero poco, parrebbe che molti padroni di casa di East London hanno cominciato a dare lo sfratto ai propri inquilini con l'idea di affittare poi a peso d'oro. I canoni nel quartiere più vicino al Parco Olimpico, con affitti che viaggiano sulle 350 sterline a settimana, potrebbero essere riproposti a 6mila pound.

E poi ci sono i voli, già introvabili, il caos e code eterne nell'hub londinese di Heathrow, gli eventi paralleli con quartieri che si inventano anniversari improbabili, il giubileo della Regina, le mise della principessa Kate e della sorellina Pippa, che faranno concorrenza alle divise degli atleti italiani, disegnate da Armani.

Insomma, più una calda e caotica città mediterranea che la capitale del rigore british.

Ma forse sarà proprio questo il bello per visitarla quest'anno. O forse no?

Twitter@Sgianuario

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