Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il ministro del Turismo Piero Gnudi esce allo scoperto. Obiettivo: tornare competitivi e accrescere di 5 punti il Pil del turismo entro il 2020. Questo il piano di rilancio del comparto in Italia presentato dal ministro all'audizione in Commissione industria del Senato, primo momento in cui il titolare del dicastero ha reso pubbliche le sue strategie. "Se faremo tutti gli investimenti necessari - ha detto Gnudi - , il settore può generare entro il 2020 fino a 1,6 milioni nuovi posti di lavoro e portare il suo contributo al Pil italiano dall'attuale 13% a circa il 18%". In particolare il ministro si è soffermato sulla necessità di definire una country strategy di medio-lungo periodo per il comparto concordata con le Regioni. Gnudi ha auspicato l'adozione di misure che possano essere di stimolo, pur con costi limitati, annunciando l'avvio di un'analisi di mercato che consenta di conoscere la domanda del nuovi flussi turistici e interpretare i bisogni dei consumatori. Nell'analisi del ministro sugli ostacoli che rendono meno competitivo il turismo italiano non sono mancate alcune tirate d'orecchie agli operatori del comparto, dal tour operating agli hotel ai vettori. "È determinante - sostiene il ministro - far fronte alla concorrenza internazionale attraverso una politica che qualifichi l'offerta del prodotto Italia".
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