Turismo e app: rischi e vantaggi delle piattaforme, ecco lo studio

Ma è poi così conveniente affidarsi al mondo delle app dedicate da parte delle imprese del turismo, dei trasporti e della ristorazione? Quale è realmente il rapporto tra costi e benefici nell’ingresso in un mondo che appare ormai indispensabile ma che in qualche modo rischia di creare una forma di ‘dipendenza’?

Sono questi gli interrogativi alla base di uno studio realizzato dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche su un campione di 40mila imprese del settore. L’analisi fa emergere come se da una parte sono indubbi i vantaggi in termini di visibilità e diffusione del brand che questa leva riescono a fornire alle piccole imprese in particolare, dall’altra vanno evidenziati anche i rischi, reali, di questo segmento.

Le criticità
Secondo quanto riportato da Corriere.it, la principale criticità sarebbe quella legata alla dipendenza finanziaria, oltre che tecnologica. In altri termini: al di là di commissioni da corrispondere che possono variare tra il 10 e il 20 per cento o oltre, molte piattaforme percepiscono direttamente gli incassi dal cliente, versando poi la quota spettante all’attività solo in un secondo tempo, che risulta variabile in base alla app.

Altro elemento, che ricorda in qualche modo l’elemento di discordia tra low cost e distribuzione, è quello legato all’accesso ai dati del cliente, fattore fondamentale per mettere a punto una politica di fidelizzazione. In un terzo dei casi questi risultano inaccessibili alle imprese del settore e restano esclusiva delle app. Infine, sempre come elemento di rischio, le condizioni che in oltre il 70 per cento dei casi, sono determinate unilateralmente dalle piattaforme.

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