Patagonia anche d'inverno, il suggerimento di Latitud

“Le vendite sono partite bene, ma ci sono ancora ampi spazi di crescita, in particolare nei mesi dell’autunno e dell’inverno australe, che corrispondono alla nostra primavera-estate”. Francesco Vitali, titolare e responsabile prodotto di Latitud Patagonia (nella foto), parla in questi termini della Patagonia, un prodotto che continua a registrare trend in crescita per l’operatore, facente parte del Quality Group.

Una meta per viaggiatori senza fretta
“Anche le prospettive per il 2019 sono molto buone - continua - e il costo medio della pratica ammonta a 5.500 euro, per una clientela matura che dispone di tempo e di un adeguato budget”. A Vitali preme, però, chiarire un equivoco: non è affatto vero che la Patagonia non si possa visitare tutto l’anno.

“L’inverno australe - sottolinea - offre la possibilità di vivere esperienze straordinarie come le escursioni con i cani da slitta nei boschi della Terra del Fuoco; di fatto Ushuaia a mio parere è persino più bella in inverno, la neve rende tutto ancora più magico”.

Le idee per marzo e aprile
Ma i mesi migliori per visitare le bellezze della Patagonia Argentina e Cilena sono marzo e aprile: “L’unica cosa da avere ben chiara in mente - precisa Vitali - è che da metà marzo in avanti non troviamo più i pinguini nella zona della Penisola di Valdès. Proprio per questo suggeriamo in questi mesi un tour che si chiama ‘Cascate e Ghiacciai’, che in 12 giorni visita Buenos Aires, Ushuaia, El Calafate con il celebre Perito Moreno e le cascate di Iguazù.
Proponiamo questo stesso itinerario con partenze a date fisse e posti in allotment anche nel mese di agosto”.

Mese in cui a ‘Cascate e Ghiacciai’ Latitud Patagonia aggiunge il tour ‘Panorami Argentini’, che in 10 giorni prevede due giornate dedicate a Buenos Aires e la visita delle località di Cachi, Molinos, la Quebrada de las Flechas, Cafayte, Salinas Grandes, Purmamarca e la Quebrada di Humahuaca.

Argentina protagonista
Tornando al bilancio 2018, il Sudamerica di Latitud Patagonia ha raggiunto lo scorso anno un fatturato pari a 5,5 milioni di euro (a più 10% sul 2017); lo share del prodotto Argentina è del 60% e quello del Cile al 25%, mentre il restante 15% è rappresentato da Ecuador, Galapagos e Bolivia. 

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