Fiducia: Renzi non parla di turismo e strizza l'occhio alle imprese

Non parla direttamente di turismo.

La cultura, l'attrattività e la bellezza che salva l'export sono gli unici accenni che il Presidente del consiglio Matteo Renzi dedica all'area 'turismo e cultura' nel suo primo discorso alle Camere, proprio davanti a quel Senato che punta ad abolire.

La mancanza di un passaggio dedicato al turismo lascia l'amaro in bocca ai professionisti del comparto, ben abituati dal suo predecessore, Enrico Letta, che fina dal suo primo discorso proprio al settore aveva dedicato una grande attenzione.

Renzi parla però, molto concretamente, di azioni per le piccole e medie imprese. Ed ecco quindi comparire fin dal suo primo discorso il richiestissimo taglio al cuneo fiscale che "farà sentire i suoi effetti fin dalla fine del primo semestre di quest'anno" dice e l'ancor più gettonato fondo di garanzia per l'accesso al credito delle piccole e medie imprese.

Apre le porte anche agli investitori stranieri, inserendosi sulla linea dell'ambizioso programma 'Destinazione Italia' lanciato dal suo predecessore, che prevede semplificazione burocratica, una maggiore chiarezza legislativa e un procedimento di attrazione del capitali stranieri.

Rilancia, infine, la riforma del titolo V della Costituzione, che una volta modificato andrebbe a variare la governance anche del turismo: "la discussione – annuncia il premier – inizierà a marzo alla Camera".

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