Dove si creano i manager,
Glion: “Le aziende
si devono evolvere”

“Il turismo è una dei pochi settori dell’economia che sta continuando a crescere, e la richiesta di personale è e sarà sempre più forte. Pensi che solo in Arabia Saudita, con i nuovi progetti in corso di realizzazione, servono numeri impressionanti di lavoratori del turismo, e anche qualificati. Noi lavoriamo per quello: per creare personale che sappia lavorare non solo in teoria, ma che abbia già esperienza e pratica”. Così Philippe Vignon, managing director di Glion, racconta la mission della scuola che accoglie a Montreux circa 350 allievi di oltre 98 nazionalità diverse.

Glion, riconosciuta a livello internazionale come una delle scuole di alta formazione che sfornano manager per il mondo del turismo di lusso e non solo, ha da poco stretto partnership sia con l’Arabia Saudita, alla ricerca di personale qualificato per sostenere il suo imponente sviluppo turistico, sia con il World Economic Forum. “Noi manteniamo forti i nostri legami con il mondo dell’ospitalità - spiega Vignon -, ma è necessario un dialogo globale per comprendere le necessità delle aziende e formare personale che sia davvero in grado di rispondere alle esigenze del sistema economico contemporaneo”. Che è poi quello che orienta i ragazzi verso la scelta di un percorso di studi a Glion, ossia la possibilità, fin dal primissimo anno, di mettere in pratica in azienda le nozioni apprese.

E lo sguardo della scuola si sta ampliando anche al di fuori di quello che è da sempre stato il suo core business, ossia formare personale di alto livello per il mondo dell’ospitalità.

Un settore poco competitivo

“La realtà dei fatti – dice il managing director della scuola – è che dopo 5 anni dalla laurea, il 70% dei nostri graduate lascia il mondo alberghiero”. Il perché è presto detto, e spiega anche, in parte, la grave crisi di personale che ha colpito e continua a colpire il settore dell’hospitality. “L’industria dell’ospitalità non è in grado di competere con altri settori - spiega Vignon – sia in termini di stipendi che di work-life balance. Da dopo il Covid, i ragazzi hanno cambiato prospettiva: il lavoro e la carriera vanno bene, ma solo se permettono loro di avere una vita personale soddisfacente”.

E allora, la strada per le aziende dell’hospitality che non vogliono perdere per strada i migliori talenti è una sola: “Devono evolversi – dice Vignon -. Offrire carriere più veloci, un ambiente che dia forti motivazioni, che coinvolga i giovani professionisti nel processo decisionale e che abbia uno scopo ben definito e di valore”.

I ragazzi vogliono libertà e indipendenza, e le aziende che vogliono trattenerli devono offrirla. Anche in questo Glion fa un passo avanti. “Lavoriamo in tandem con le aziende da sempre – conclude Vignon – e facciamo progetti anche per favorire la loro evoluzione verso dinamiche lavorative più contemporanee”.

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