A cura di Paola Tournour-Viron

Divulgatrice per professione e per passione

Arriva la Generazione B. E qualcuno se n’è già accorto

“È nata una nuova generazione, quella B come biodiversa, capace di riconoscere il valore della biodiversità e di agire proteggendola in ogni tempo e in ogni luogo”. L’annuncio è firmato RAI, primo polo televisivo italiano, nonché una delle più grandi aziende di comunicazione europee che, per quanto se ne pensi, ha ben chiaro il quadro dei comportamenti d’acquisto correnti e delle dinamiche che lo regolano.
Non è dunque un caso che per raccontare le bellezze del nostro Paese abbia scelto una chiave alternativa, acuta e necessariamente al passo con le sensibilità del tempo.
Partendo dalla premessa che “l’Italia è uno dei Paesi più ricchi di biodiversità del Mediterraneo, un patrimonio naturale e culturale unico in Europa”, RAI ha dato vita a un nuovo programma – inizialmente di 6 puntate – per guidare gli spettatori attraverso “numerosi ecosistemi, laboratori all’avanguardia, città, parchi naturali, coste e montagne di sei regioni italiane, partendo dalla Sicilia, scoprendo luoghi spesso inattesi e incontrando scienziati e scienziate, istituzioni, comunità locali e cittadini che ogni giorno si impegnano nella tutela della biodiversità”.
La cornice rimane quella del Bel Paese, il prodotto resta il viaggio, ma la narrazione cambia, perché a condurla sono dei ricercatori, dunque persone di scienza, dall’approccio logico e sistematico, diametralmente opposto a quello di norma usato per parlare dei luoghi del pianeta. In questo caso fanno capo al Centro per la Biodiversità e sono Marco Faimali - ecologo marino del CNR - e Massimo Labra - direttore scientifico del National Biodiversity Future Center – affiancati dalla giornalista Marita Langella.
A chi si chiedesse se una virata eco-bio-turistica di questo tipo possa davvero risultare coinvolgente, si fa notare che il rispetto per la biodiversità e per l’ambiente è quanto chiedono, in percentuale crescente, i viaggiatori di ogni età. Non è un caso che l’aviazione mondiale, le cui emissioni continuano a salire per l’intensificarsi del traffico, stia intensamente lavorando in favore della decarbonizzazione. “Fino a qualche anno fa il futuro del volo sembrava puntare solo sull’idrogeno e sull’elettrico, ma se vogliamo ottenere risultati entro il 2050 dobbiamo lavorare sui biocarburanti”, ha dichiarato il presidente Enac, Pierluigi Di Palma. Per catturare le simpatie della Generazione B, l’Italia si pone alla guida di questo percorso anche se la produzione nazionale si attesta attualmente a circa 400mila tonnellate annue, dunque meno di un terzo della necessità attuale del mercato.
L’obiettivo è arrivare a 5 milioni entro il 2030, mentre sul piccolo schermo Il Paese della biodiversità (questo è il titolo della nuova serie) è adesso.

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