Il commento del direttore
Remo Vangelista
Per far funzionare una destinazione turistica sui social network, la pagina Facebook o il profilo Twitter non bastano. Ne è convinto Josep Ejarque, che sul blog di FourTourism traccia una rotta per le mete che cercano visibilità sui social.
Centrali sono, come sempre, i contenuti pubblicati: “Generalmente – scrive Ejarque -, vengono pubblicati in rete contenuti di scarso interesse per i potenziali turisti e il motivo sta nel fatto che raramente ci si chiede cosa realmente possa incuriosirli e divertirli. Questo spiega fondamentalmente i bassi tassi d’engagement.”
Ma ancora più centrale è trovare il target di interesse, trovare il pubblico per la destinazione. Ecco allora che Ejarque detta una regola: “Per guadagnare fan e un tasso di engagement superiore – scrive - non bisogna comunicare utilizzando esclusivamente i propri canali social ma bisogna soprattutto sfruttare le pagine già esistenti, che sono nate spontaneamente e di cui non si è né gestori né amministratori”.
In sostanza, si legge nel blog, se esistono community che già funzionano, magari dedicate a un prodotto specifico (la pesca, il cicloturismo, il wellness), per trovare follower è buona regola inserirsi nelle conversazioni, presentare la propria destinazione come punto di interesse dove svolgere l’attività sulla quale si dibatte nella community e proporre di tanto in tanto novità sul quello specifico prodotto.