Sardegnanelle agenzie in offerta

Si ferma l’emorragia di vendite sulla Sardegna.

Grazie alle offerte di alcuni tour operator, l’estate 2013 potrebbe essere ricordata come quella dell’inversione di rotta e dei primi timidi segnali di ripresa per la destinazione. Pur con molta fatica, le agenzie di viaggi sono tornate a chiudere qualche pratica verso l’isola dopo due anni di stallo dovuti al forte aumento delle tariffe dei traghetti applicato dalle compagnie di navigazione.

In appena dodici mesi si erano registrati incrementi record, con l’effetto immediato di allontanare la clientela dalla Sardegna. "In questo periodo la maggior parte delle vendite sulla destinazione riguardano la formula 'villaggio più aereo o traghetto gratis'" conferma Elena Osetta, titolare di Quarzo Viaggi a Verona.

"Sono offerte che hanno una logica e riescono a stimolare una timida ripresa - soppesa Marco Marchetti, titolare della torinese Traguardo Viaggi -. I flussi non saranno quelli di un tempo, ma finalmente qualcosa si muove".

Alternative ai traghetti: vantaggi e svantaggi
È cambiata, però, la formula delle vacanze: le classiche due o tre settimane in Sardegna “sono praticamente sparite, sostituite dai 7 giorni” si rammarica il fiorentino Claudio Maestrelli, banconista di Biemme Viaggi e Crociere. Anche il mezzo per raggiungere l’isola non è più costituito solo dalle navi, che una volta movimentavano grandi quantità di viaggiatori.

"Le vendite dei traghetti si sono ridotte tantissimo - scuote la testa Melania Costigliola, cotitolare di Crispi Viaggi a Napoli -, mentre il volo è diventato una valida alternativa".

Però non sempre l’aereo è così comodo, "perché costringe a portare poco bagaglio e a spendere per il noleggio dell’auto - fa notare Stefano Albertini, cotitolare della Simoni Viaggi a Parma -. In Sardegna bisogna per forza avere un mezzo per muoversi e questo incide sulla spesa".

Ci sono poi clienti che hanno studiato dei sistemi alternativi per raggiungere la meta risparmiando: "Qualcuno prenota il traghetto Genova-Bastia, si ferma 2-3 giorni in Corsica e raggiunge Santa Teresa di Gallura passando dalle bocche di Bonifacio - illustra Marchetti -. Effettivamente c’è un risparmio, ma il viaggio è un po’ impegnativo". In altri casi, "siamo costretti a cercare il porto o gli orari di partenza con i costi più bassi" aggiunge Osetta.

"Altrimenti le spese per una famiglia di quattro persone sfiorano anche i 1.200 euro - fa sapere la milanese Antonella Pirovano, cotitolare di Viaggimmagine -. È dura cominciare una vacanza con un peso del genere sul portafoglio".

I big spender non abbandonano l'isola
Gli unici a non risentire degli effetti del caro traghetti sono i clienti di target alto. "Loro ci sono sempre - sorride il genovese Alessandro Natali, cotitolare di Alisei Viaggi -. Avendo le possibilità economiche, non si fanno grossi problemi a spendere".

Invece i problemi se li fanno i sardi che vivono in giro per l’Italia o chi possiede una casa sull’isola, magari ereditata da qualche parente.

"In passato prenotavano andata e ritorno in nave fino a quattro volte l’anno - ricorda Enrica Montanucci, titolare di Passaggio in Volo a Roma -. Adesso hanno dimezzato questa frequenza e, ogni tanto, si orientano sul volo".

Non solo inbound. Gli ostacoli per l'outgoing
E gli isolani che vorrebbero trascorrere un periodo di vacanza in Italia? Purtroppo, anche guardando il mercato da questo punto di vista, il discorso non è molto dissimile. E le tariffe speciali per chi ha la residenza in Sardegna spesso non bastano per ridare ossigeno alle vendite nelle agenzie.

"Nonostante gli sconti per i residenti, i clienti preferiscono restare in Sardegna" afferma sconsolato Tito Aresu, titolare di Alectoris Tours a Cagliari. Pietro Solinas, titolare di Carasao Viaggi a Sassari, precisa che alcune alternative ci sono, ma non sono sempre sufficienti. "Qualcuno si organizza per tempo e prenota una low cost - afferma -, ma non è più come una volta. Ci sentiamo soli e abbandonati, senza alcuna tutela".

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