Astoi: “Così andiamo in default: serveun fondo nazionale emergenze”

Un fondo di emergenza per ‘salvare’ il turismo. Anche Astoi alza la voce e chiede un aiuto concreto, per assicurare la continuità aziendale del comparto, indennizzando così le cancellazioni registrate e l’impossibilità di vendere e produrre fatturato.

“L’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio tutto il comparto del turismo – dice Nardo Filippetti presidente Astoi Confidustria Viaggi -. In particolare, per tour operator e agenzie di viaggio, che si occupano prevalentemente di turismo outgoing, si prevede una ripresa parziale delle attività tra fine estate/autunno e un ritorno progressivo alla normalità solo nel 2021, con una perdita di fatturato che va dal 35 al 70% circa. Se il Governo non integrerà al più presto i provvedimenti già varati non saremo in grado di garantire i livelli occupazionali e la sopravvivenza delle nostre aziende. La nostra autonomia finanziaria non può durare in eterno a fronte di continui esborsi e zero ricavi. Riteniamo di avere diritto allo stanziamento di un fondo per l’emergenza, al pari di altri settori, quali agricoltura, pesca, cultura e spettacolo”.

Secondo Astoi, senza interventi immediati il sistema turismo rischia il default.

“Il turismo – si legge in una nota dell’associazione - è una galassia molto articolata ed è fondamentale che il Governo ne comprenda tutte le sfaccettature e agisca di conseguenza. In tale ambito, il comparto del turismo organizzato, quindi tour operator e agenzie di viaggi, rappresenta 12.000 aziende e dà lavoro ad oltre 50.000 addetti”.  

Dalla fine di gennaio i tour operator stanno registrando solo uscite: costi extra per i rimpatri, rimborsi per le cancellazioni, stipendi dei dipendenti, affitti degli immobili, anticipi dati ai fornitori e penali applicate da questi ultimi (soprattutto fornitori esteri).

Le richieste dell’associazione
Ecco quindi la richiesta di un Fondo nazionale emergenze, nonché di misure fiscali incisive. “Si giudica del tutto insufficiente la sospensione per due mesi di versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria” dice ancora Astoi che prefigura uno scenario “zero incassi” sul prossimo trimestre. La richiesta è quindi quella di uno stralcio dei contributi di marzo e aprile e una sospensione per maggio e giugno 2020.

Inoltre, si chiede la creazione di specifici crediti d’imposta per le spese sostenute in Italia e  all’estero per il mantenimento di villaggi turistici/alberghi, ovvero di impegni con strutture ricettive, con riferimento ad un arco temporale che non copra solo il mese di marzo.

Ammortizzatori sociali
Manca chiarezza, secondo Astoi, anche per l’accesso alla cassa integrazione. “Molti tour operator – dice l’associazione-  potrebbero accedere alla Cigs in quanto occupano più di 50 dipendenti, ma il decreto non prevede alcuna facilitazione per tali soggetti in materia di ammortizzatori sociali, anzi, complica la situazione, innescando dubbi e disparità di trattamento.

In particolare, non è chiaro se ai predetti datori di lavoro possa applicarsi il trattamento di integrazione salariale ordinario con causale "Covid-19" di cui all'art. 19 del Decreto, e non è altrettanto chiaro se i datori di lavoro che rientrano nel campo di applicazione della cassa possano accedere alla Cassa in deroga per Covid-19, di cui all'art. 22 del Decreto.

Si chiede quindi un intervento chiarificatore, urgente e immediato, per evitare una drastica riduzione dell’occupazione nel giro di un bimestre.

“Necessitiamo di misure urgenti ed efficaci e ci auguriamo che il Governo non si sottragga al dovere di supportare le nostre aziende e di proteggere i lavoratori del nostro comparto” conclude Filippetti.

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