Il commento del direttore
Remo Vangelista
Con l’apertura nei primi mesi del 2025 a Palermo dell’ex Motel Agip che diventerà un 4 stelle commerciale con un’anima green, l’opening, sempre nel 2025, dell’ex colonia Marinella a Sarzana, e lavori in corso su due hotel a Viareggio, il gruppo Bulgarella prosegue la sua espansione sul territorio nazionale.
“Al momento abbiamo 30 strutture distribuite in 5 regioni italiane – spiega Ray Lo Faso, direttore generale del gruppo -: i piani di espansione guardano alle piazze di Roma e Milano, ma non abbiamo ambizioni di sbarcare all’estero”.
Le due ‘capitali’ italiane sono da tempo nel mirino di Bulgarella. “Notiamo un sempre maggiore incremento negli hotel ‘di città’, diciamo quelli legati al traffico commerciale e business, ma cresce anche il turismo che vuole vivere maggiori esperienze in struttura, più legato ai flussi leisure” spiega Lo Faso.
Per questo, accanto alle strutture cittadine vocate a un traffico commerciale, il gruppo ha anche aperto hotel in strutture iconiche per rispondere alle esigenze di un target di clientela up level alla ricerca di una vacanza di esperienza. “Uno degli esempi di questa nostra linea di intervento – spiega Lo Faso – è Room of Andrea a Trapani, realizzato all’interno di un lazzo storico, Palazzo Platamone, sul quale abbiamo operato un lavoro di ristrutturazione filologica e in cui offriamo servizi di altissimo livello”.
Per il futuro, Bulgarella punta a mantenere il doppio binario di crescita, sia su strutture commerciali sia su hotel leisure, magari in destinazioni meno mass market. “Il problema sull’Italia minore – dice Lo Faso – è però la mancanza di investimenti di sistema: è difficilmente raggiungibile e le condizioni di vivibilità spesso sono di basso livello. Questo frena l’espansione, così come per il mare”. Il direttore generale di Bulgarella, infatti, sottolinea che fra tutti i prodotti quello che sta soffrendo si più è proprio il mare Italia.
“I prezzi dei voli sono schizzati verso l’alto, e le tasse, in particolare la tassa di soggiorno, non aiutano certo ad essere competitivi. Così abbiamo il prodotto principe d’Italia, il mare, in netta sofferenza. E qui dovrebbe essere la politica ad intervenire, perché noi imprenditori la nostra parte la facciamo”.